Black bloc fermati: ecco come la sala operativa della Questura li ha isolati
Puntare tutto sulla prevenzione – cosa che non era stata fatta in passato- è stata una tattica vincente e, una volta tanto, il giorno dopo la scampata débacle per l’ordine pubblico a Roma, bisogna dire bravi al ministro degli interni Minniti e al capo della Polizia Gabrielli. “Festa” rovinata per gli antagonisti pronti a usare il copione consolidato della guerriglia urbana. Niente di tutto ciò. Un attestato unanime è partito da parte di maggioranza e opposizione. Di black bloc in giro se ne sono visti pochi e la temuta guerriglia urbana è stata solo un incubo svanito. Come è stato possibile? Apprendiamo dalla ricostruzione del Giornale come ci si è preparati a questa giornata di passione nella sala operativa della Questura di Roma. “È qui che arrivavano le immagini provenienti dalle 2.100 telecamere, palesi e nascoste, attive già dal 23 marzo e posizionate in ogni angolo della città per monitorare ogni passo dei manifestanti”. Tutto era sotto controllo, a partire dai numeri. Quindicimila, in tutto, quelli che hanno sfilato sabato per le vie della Capitale. “In tremila, secondo i dati della Questura, hanno partecipato al corteo “Eurostop”, la manifestazione considerata più a rischio.
2000 controlli: 30 rimpatri
“Sono state duemila in totale, infatti, le persone controllate dagli agenti”, si legge. Centoventidue manifestanti arrivati a bordo di pullman provenienti da Venezia e Torino sono stati intercettati alle porte della Capitale e circa 30 di loro, tutti giovani appartenenti all’area antagonista, sono stati rimpatriati con foglio di via obbligatorio”. Una tattica preparata da giorni. Tra venerdì e sabato sono stati sequestrati dagli agenti di polizia maschere antigas, spranghe, bastoni, coltelli e stupefacent “e ci sono diverse posizioni al vaglio degli inquirenti”.
Tutto monitorato minuto per minuto
Per tutta la giornata ogni singolo momento delle manifestazioni è stato ripreso dagli agenti posizionati sui tetti degli edifici, dagli elicotteri e dai droni, “sono state sotto gli occhi dei dirigenti di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Vigili del Fuoco, Polizia Locale di Roma Capitale, Atac, Aeronautica e 118, nella sala operativa della Questura. È da qui, infatti, che si sono coordinate le operazioni e gli interventi. Ed è da qui che, in coordinamento con i funzionari sul campo, si è presa la decisione di “mettere in sicurezza” il gruppo di manifestanti di “Eurostop”: l’unica “scintilla” si è accesa, infatti, in piazza della Bocca della Verità, dove i manifestanti più accesi si sono staccati dal corteo, facendo registrare qualche momento di tensione. Si è proceduto a “un’azione di contenimento – spiegano dalla Questura – che si è resa necessaria per tutelare il blocco principale della manifestazione. Una volta ricondotti all’interno del percorso concordato dagli organizzatori, i manifestanti hanno potuto proseguire il corteo fino a piazza della Bocca della Verità e la sfilata anti-europeista si è potuta concludere senza incidenti”.
E’ andata così, ricostruisce il Giornale: “un gruppo di capetti di chissà quali gruppi si fermano per alcuni minuti a parlare, perdendo tempo. Il questore allora ne approfitta: i mammut e le camionette della polizia lasciano le loro postazioni per avanzare fino a costringere i centri sociali tra due fuochi: di fronte gli idranti della celere e dietro i manganelli dei carabinieri. Nessuna via di fuga, se non una stradina laterale subito sbarrata. L’azione delle forze dell’ordine è stata rapida e indolore. Disorientati, i manifestanti chiusi in gabbia hanno urlato, protestato, gridato indignazione. Prima si sono sdraiati in terra in protesta. Poi hanno provato ad avanzare: ma ormai la frittata era fatta. Nello spicchio di Capitale in cui si sono ritrovati reclusi, stretti tra il Tevere e le mura del parco Savello, l’entusiasmo e la voglia di “spaccare tutto” si sono sciolte come gelati al sole”.
Dei temuti black bloc stranieri, infine, neanche l’ombra. Il questore ha parlato di un “eccesso di allarmismo” e a proposito della diffusione della notizia del fermo di 170 anarchici francesi, dice chiaramente che non era vero. Fondamentale il ritrovamento e il sequestro di spranghe e bastoni a via Galvani, nel quartiere Testaccio, preparate proprio lungo il percorso del corteo degli antagonisti che ha spento ogni velleità antagonista.