Spari contro l’auto di Bacci, l’amico (indagato) di Renzi: due arresti
Si ipotizza un tentativo di estorsione ma non si escludono piste più inquietanti alla base dell’arresto di due persone, avvenuto in nottata a Scandicci, per gli atti intimidatori nei confronti dell’imprenditore fiorentino Andrea Bacci, amico della famiglia di Matteo Renzi. Il 23 e il 24 gennaio scorsi diversi colpi di pistola erano stati sparati contro l’automobile di Bacci e l’immobile della sua ditta AB Florence a Scandicci (Firenze). Nella serata di ieri militari del gruppo investigativo criminalità organizzata (Gico) della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Anna D. Liguori, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, nei confronti di due persone. Durante la notte i militari del Gico hanno eseguito diverse perquisizioni. Dopo le intimidazioni di cui è stato vittima a fine gennaio, per l’imprenditore Andrea Bacci è scattato il programma di tutela da parte delle forze dell’ordine, disposto dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Alesso Giuffrida. È stata disposta da allora una maggiore vigilanza per i luoghi abitualmente frequentati da Bacci, compresa l’abitazione e la ditta di pelletteria alle porte di Firenze.
Uno dei due arrestati vantava un credito di circa 270mila euro nei confronti di una società di Andrea Bacci e per convincerlo a restituire i soldi a tutti i costi non ha esitato a organizzare un raid intimidatorio a colpi di fucile contro beni di proprietà dell’imprenditore fiorentino. Sono finiti in carcere un imprenditore napoletano, D.P., 44 anni, nato a Giugliano, residente nel pistoiese, e il catanese R.G., 48 anni, da tempo domiciliato a Firenze, con precedenti penali per estorsione e droga, assoldato appositamente per progettare le minacce contro Bacci. I due uomini sono accusati di minacce, concorso in estorsione continuata, porto e detenzione illegale di arma da fuoco.
Bacci, amico di Renzi e patron della Lucchese
Andrea Bacci, patron della Lucchese Calcio, è stato recentemente indagato per la bancarotta della Coam Costruzioni di Rignano sull’Arno (Firenze). Si indaga anche nell’ambito dei rapporti imprenditoriali di Bacci, che peraltro risulta indagato insieme ad altre sei persone, dalla Procura di Firenze, per reati che vanno dalle false fatture e ricorso abusivo del credito relativamente alla sua attività professionale. La Procura di Firenze, in seguito ai due episodi, ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di minacce con armi. Bacci in passato è stato sentito sia relativamente ai procedimenti aperti sul suo conto che sul doppio episodi degli spari di pistola contro la sua ditta.