Rigopiano, fu un’altra telefonata a ritardare i soccorsi. “All’hotel è tutto a posto”
Si è molto parlato dei ritardi nei soccorsi all’hotel Rigopiano dopo la valanga che aveva sommerso la struttura lo scorso 18 gennaio.
L’allarme al 118 viene dato da Quintino Marcella – titolare di un ristorante a Silvi dove lavora come cuoco Giampiero Parete, uno dei superstiti – alle 17.08. Come sappiamo, non viene dato molto credito alla sua richiesta di aiuto. Una funzionaria delle prefettura parlò di “bufala” e finora è stata proprio lei ad essere indicata come una delle responsabili dei ritardi.
La telefonata tra la prefettura e il direttore dell’hotel
Ma ora viene resa nota un’altra conversazione, delle 17.40, quella tra la prefettura di Pescara e il direttore dell’albergo Bruno Di Tommaso, che si trovava altrove e non poteva sapere della valanga, e che assicura che all’hotel è “tutto a posto” mentre la slavina ha già provocato la catastrofe. Una risposta che ha anch’essa contribuito a rallentare l’arrivo dei soccorritori.
“E’ tutto a posto”
Di Tommaso parla con il dottor Lupi che vuole verificare l’allarme lanciato da Quintino Marcella e racconta della telefonata in cui si chiede soccorso. A quel punto Di Tommaso replica: “Ma no… chi l’ha fatta?”. Lupi ridsponde: «…attenzione, questa telefonata registrata al nostro sistema 118… non risponde poi più.. a noi il numero ci appare sempre benché ci si metta trucco, trucchetto, `anonimo´ eccetera… Tu hai notizia?» Di Tommaso: «Ma certo che ho notizia, no no..» Lupi: «quindi tutto a posto…». Di Tommaso: «cioè tutto a posto nel senso che…». Lupi: «Benissimo, mi fa grande piacere. Tra poco a metà febbraio sarò di nuovo vostro ospite. Che devo dire? L’importante è che è sicuro che non ci sia niente». Un’incredibile catena di fraintendimenti sui quali indaga per disastro colposo la Procura di Pescara.