Renzi soddisfatto: è andata bene. E pensa alle primarie il 7 maggio

20 Feb 2017 8:38 - di Adele Sirocchi

Com’era prevedibile Matteo Renzi non si straccia le vesti per la scissione, anzi ha già stabilito con i suoi una road map che dovrebbe far uscire a suo avviso il Pd dalle secche di un interminabile dibattito interno:  congresso entro maggio, primarie il 7 maggio e voto a settembre. E a fine assemblea invia un sms in cui scrive: “E’ andata come prevedevamo”.

L’importante, per l’ex premier, è che non venga addossata alle sue chiusure tutta la colpa: per evitarlo ha rimesso in gioco il termine “sinistra” e ha confidato sull’autorevolezza di Walter Veltroni. Il tutto per dimostrare che, anche senza D’Alema, Bersani e Rossi, il Pd può giocare la sua partita politica. 

“Loro avevano già deciso, qualsiasi mossa avessi fatto non gli sarebbe andata bene. Non ho io la colpa di questa scissione”: questo il commento che Repubblica attribuisce a Renzi alla fine di una tormentata assemblea. 

Resta da vedere la scelta che farà Michele Emiliano, il più indeciso sulla scelta di andare via o trattare a oltranza. Ma certamente in assemblea non ha giganteggiato. Renzi ha incassato il sostegno di Piero Fassino, di Walter Veltroni e ha lanciato come nuova icona della sinistra Teresa Bellanova, ex sindacalista Cgil e viceministra allo Sviluppo economico. I giochi di vertice dell’assemblea sono comunque apparsi molto distanti dalla base del Pd, dagli elettori che hanno assistito impotenti alla diatriba e che secondo i sondaggi avrebbero preferito un partito unito e non lacerato dai personalismi. 

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