Prescritto lo stupro di una bimba di 7 anni. Parla il pg di Torino Saluzzo
Vent’anni senza arrivare a una sentenza definitiva per lo stupro di una bambina di 7 anni. Una vicenda assurda di malagiustizia che non si può certo cancellare con le scuse del giudice Paola Dezani. Cos’è accaduto? Da Alessandria gli atti sono rimbalzati a Torino per il secondo grado, ma sono passati nove anni per fissare il processo. Quando finalmente è arrivata la data dell’udienza, la prescrizione era già intervenuta. Ora il ministero della Giustizia avvia accertamenti su un caso che ha del clamoroso, se non fossimo ormai tutti abituati alla lentezza esasperante con la quale in Italia vanno avanti i processi.
Intervistato da La Stampa il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo giustifica così l’accaduto: “Il giudizio d’appello è diventato il collo di bottiglia dei processi italiani. E sarà sempre peggio finché le impugnazioni in appello saranno così tante. La previsione di non poter alzare la pena nel processo di secondo grado senza una impugnazione della procura si presta a un uso strumentale, con intento dilatorio, magari in attesa della prescrizione”. Possibile soluzione per snellire i processi? Non farne di più ma diminuire il carico di lavoro… Dice infatti Saluzzo: “Bisogna avere il coraggio di riservare alla giustizia penale a ciò che ha una certa importanza”. Intanto i fascicoli pendenti in Corte d’Appello sono 20mila, e con il numero di giudici a disposizione è impossibile smaltirli in tempi brevi.