Più pil per tutti tranne che per l’Italia, ultima in un’Europa che cresce poco
Ultimi in Europa per previsioni di crescita del pil. Non è solo un modo di dire così ricorrente tra noi italiani quando parliamo della naostra economia. Ma è la realtà. Purtroppo. Lo scrive, anzi lo certifica una classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, il quotidiano di Confindustria, che vede l’Italia messa peggio di quanto non stia il pur eroico Pescara in quella della serie A del nostro campionato di calcio. La nostra performance in termini di crescita è la peggiore: appena lo 0,9 per cento. Ma non, come altre volte è capitato di leggere, i peggiori davanti a… e via elencando.
Romania in testa: +4,4 per cento
No, questa volta dietro di noi non abbiamo proprio nessuno, neppure quella Grecia da sempre considerata la cenerentola del Vecchio Continente e che invece sfoggia per l’occasione un + 2,6 per cento da fare invidia a Germania (+1,6 per cento), Gran Bretagna (+ 1,5), Francia (+ 1,4). Certo, questo non vuol dire che greci o i romeni, che guidano la graduatoria con un strepitoso 4,4 per cento, o i maltesi (terzi con il 3,7 per cento a distanza di appena lo 0’3 dal Lussemburgo) ci abbiano scavalcato in pil, cioè ricchezza pro-capite. Ma sta ad indicare che la nostra crescita è incagliato da un male oscuro che non può essere solo il nostro superstrasferico debito pubblico o la lentocrazia dei nostri dirigenti pubblici.
Il pil cresce di più nell’Europa senza euro
La prima considerazione da fare è che tranne la Gran Bretagna, di cui si è già detto, il pil di tutti i Paesi fuori dall’Eurozona, cioè dove è ancora in circolazione la moneta nazionale, cresce di più: oltre alla Romania prima classificata, infatti, meritano una particolare menzione le performance di Ungheria (+3,5 per cento), Polonia (3,2), Croazia (3,1), Bulgaria (2,9) e Svezia (2,4). Secondo le stime del Fmi (Fondo monetario internazionale) a fronte di una crescita mondiale prevista per il 2017 del 3,4 per cento, la media europea non va oltre l’1,4 e quella italiana non supera lo 0,9. Significa che siamo ultimi nel continente che registra la crescita più bassa. Ce n’è abbastanza, insomma, per imporre in campo economico e politico un repentino cambio di passo e un rapido voltar di pagina.