Ora Berdini fa la vittima: sono il bersaglio delle lobby del mattone
«Da mercoledì scorso sono sottoposto a una criminosa macchina del fango che non riuscirà a scalfire di un millimetro una vita dedicata alla difesa della legalità e del bene comune». Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, dopo aver inguaiato la sindaca Raggi, cambia linea e veste i panni della vittima. In una lettera al Fatto quotidiano Berdini si descrive come il bersaglio di un «accanimento mediatico senza precedenti». E c’è un perché – dice – «la posta in gioco è alta e si chiama stadio di Tor di Valle. Insieme a una complessiva azione di rientro nella legalità che la giunta Raggi, seppur tra incertezze e inadeguatezze, ha portato avanti finora». Insomma ci sarebbe un complotto ai suoi danni per interessi della lobby del mattone.
Berdini: io vittima di un linciaggio
L’assessore, che ha rischiato la poltrona (la sindaca ha rifiutato le sue dimissioni) dopo aver spifferato una presunta relazione sentimentale tra la Raggi e Salvatore Romeo, parla dell’«inaudito attacco alla mia persona causato dal progetto dello stadio della Roma. Ovvero la più imponente speculazione immobiliare del momento in Europa, nonché la più grande variante urbanistica “ad hoc” mai approvata nella capitale». Berdini, due giorni dopo la pubblicazione di un audio della sua intervista a La Stampa, non nasconde di aver provato diversi momenti di solitudine: «Per mesi sono stato l’assessore “contro”, anche nella riunione che si è tenuta martedì 7 febbraio nel mio assessorato. Che non si è conclusa come i fautori del progetto speravano. Il giorno seguente, guarda caso, viene pubblicata un”intervista truffa». Lo stadio di Tor di Valle è il banco di prova per fermare blocchi di potere che da sempre difendono la speculazione fondiaria e finanziaria a scapito dei diritti dei cittadini – conclude la lettera Berdini – «se la Raggi vuole fare questa battaglia mi troverà al suo fianco. In caso contrario, le mie dimissioni sono già sul suo tavolo».