Mutilazioni genitali femminili, una ferita che continua a sanguinare
Una campagna internazionale contro l’infibulazione esorta a «No time to lose», a non perdere altro tempo, per non sacrificare altre vittime innocenti. E così, al coro di moniti e denunce che puntualmente, in occasione della giornata per la mobilitazione contro le mutilazioni genitali femminili, torna a lanciare il grido d’allarme, alla Camera dei deputati Renata Polverini ha organizzato un incontro per illustrare e promuovere le attività volte a sanare questa piaga, che riguarda un numero sempre crescente di donne, soprattutto in Africa e in alcune regioni del sudest asiatico e che, in considerazione dei consistenti flussi migratori in atto, ha iniziato a investire pesantemente anche il continente europeo.
Mutilazioni genitali femminili: incontro alla Camera dei deputati
Al tavolo dunque erano presenti i rappresentanti delle organizzazioni facenti capo all’Ugl (Unione Generale del Lavoro): l’Enas, che della Confederazione è il Patronato, col suo presidente Stefano Cetica; il Sei, che si occupa dell’integrazione di emigrati ed immigrati; il Ciscos la onlus attiva nel campo della cooperazione internazionale, con la Presidente Patrizia Conte. Come noto, l’infibulazione è una pratica tribale pre-islamica e pre-cristiana, condannata dalla morale e dalle leggi che, in particolare negli ultimi anni, sono state emanate in ambito europeo e via via in numerosi paesi interessati. Tuttavia, nel ribadire i principi, è emersa, in particolare nell’intervento della Presidente del Ciscos, l’esigenza di un crescente monitoraggio sul territorio, fin nei luoghi più sperduti, dove non arrivano l’occhio e la mano della Legge.
Le sottoscrizioni contro l’infibulazione
Basti ricordare che, malgrado il divieto, la grande maggioranza delle donne egiziane e nigeriane e addirittura il 98% di quelle somale sono infibulate. A questo proposito, è stata ricordata la recente sottoscrizione, da parte di vari Enti, soprattutto territoriali, della Carta Euromediterranea (Palermo, 28 gennaio); un documento internazionale finalizzato al conseguimento ed alla tutela delle pari opportunità, a partire dal territorio, e che al suo articolo 14 contempla la condanna proprio delle mutilazioni genitali femminili. Dal canto suo, allora, la Polverini ha assicurato il suo impegno nelle sedi istituzionali per la diffusione di una cultura che contribuisca ad eliminare questa pratica e per il ripristino degli opportuni finanziamenti, a sostegno delle relative attività.