Lo hanno rifatto: a Cagliari gli antifascisti ingiuriano le Foibe
Si sono ripetuti: un anno fa a due giorni dalla Giornata del Ricordo dei Martiri delle Foibe, “ignoti” antifascisti avevano deturpato con la vernice rossa (“Assassini” firmata falce e martello) la lapide che a Cagliari, nel Parco di via San Lucifero, ricorda gli italiani infoibati e quelli che dovettero fuggire per non essere sterminati dai comunisti titini. Questi italiani che allora, dopo la guerra, vennero accolti un po’ come stranieri in patria, osteggiati e disprezzati dai comunisti loro compatrioti, che in alcuni casi inscenarono manifestazioni con tanto di cartelli “no ai rifugiati”. Li dovrebbero vedere ora i loro nipotini che vogliono a tutti i costi l’invasione di clandestini stranieri. Quegli italiani, erano 350mila, per decenni hanno vissuto sparsi nei campi profughi in tutto il territorio nazionale, da Napoli a Roma, a Venezia. Alcuni di loro trovarono ospitalità anche in Sardegna, in particolare a Fertilia, vicino Alghero, una delle 110 città di fondazione create da Mussolini. Il Parco di Cagliari fu appunto dedicato nel 2000 a questa pagina della storia italiana, pagina di cui per mezzo secolo non si trovò traccia nei libri dei storia, poiché i crimini dei comunisti non dovevano essere conosciuti: lo voleva il Pci, e lo voleva la Dc, perché non voleva dispiacere alle sinistre. Non fu neanche facile apporre la lapide: ci si riuscì dopo una raccolta di firme organizzata dall’associazione culturale Vico San Lucifero, che sollecitò l’amministrazione comunale guidata allora dal sindaco di Alleanza nazionale Mariano Delogu.
Le scritte contro le Foibe ripulite dai militanti di CasaPound
E oggi si è ripetuto lo scempio: forse dà fastidio agli estremisti di sinistra – ma non solo a loro – che l’Italia inizia a conoscere da che parte stanno gli orrori, la ferocia e i crimini. Le scritte, sempre con vernice rossa, sono comparse nella notte in via Bainsizza e in via Cadello: “I love foibe” e “Fasci venite senza fretta c’è una foiba che vi aspetta”. Nel 2016 la lapide nel Parco fu ripulita dai militanti di CasaPound, e anche oggi le scritte sono state cancellate dai ragazzi di CP, che hanno denunciato la “tolleranza patologica e l’appoggio diretto della sinistra istituzionale a quella extraparlamentare, in possesso di stabili pubblici dal valore di diversi milioni di euro convertiti in veri e propri covi di odio politico”. Il riferimento del comunicato di CasaPound è all’ex scuola Manno di via Lamarmora nel capoluogo sardo, trasformata due anni fa dagli occupanti nel centro sociale Sa Domu, e dove ha residenza, guarda caso, anche il Coordinamento antifascista cagliaritano, che si è assunto di fatto la paternità di una scritta pubblicandola sulla propria pagina Facebook, e alla protezione ricevuta in tutto questo tempo dall’amministrazione comunale cagliaritana, che, a maggio 2015, con la sua maggioranza consiliare ha respinto una mozione dell’opposizione che invitava allo sgombero di quei locali pubblici (da notare: con utenze a carico del contribuente) diventati sede di manifestazioni pseudo culturali e politiche. “Le responsabilità di questo clima di odio sono da addebitarsi a chi ha mostrato una tolleranza patologica, o intrisa di malafede, riguardo le iniziative organizzate in questi centri sociali e dirette a precludere l’agibilità politica degli avversari politici, come dimostrano le diverse aggressioni perpetrate ai danni dell’ex coordinatore sardo di Noi con Salvini – si legge in una nota di CasaPound –. Una tolleranza interpretata da questi utili idioti come un’assicurazione di impunità che, dunque, alimenta l’odio politico fuori tempo massimo con cui sono state concepite le oltraggiose scritte inneggianti le foibe”.
(fonte e foto: admaioramedia.it)
Quando i ‘liberatori’ donarono al maresciallo tito ed ai suoi comunisti quella parte di Italia, la donarono insieme agli uomini,donne,bambini che ne erano abitanti, Italiani, Italiani veri, alla stregua dei servi della gleba di secoli prima. Morto tito la ex jugoslavia esplose; molti furono gli uomini e donne che andarono a fare quello che potevano e sapevano di essere chiamati a compiere per ricordare i loro morti trucidati. Tanti conti di sangue in sospeso fra italiani traditi, titini, sciavi, ed altre etnie che torturarono, stuprarono, rubarono dignità alle madri e padri di fronte ai propri figli. Quando in casa tua, dei tuoi genitori e nonni, quelle vera, di mattoni, cose, ricordi, vivono gli occupanti che di questo si macchiarono, grande mi fu la fatica di non partire, nel guardare con occhi umidi lo zaino ed altro equipaggiamento già pronto ! Quelli erano i nemici di sempre, conosciuti, da loro sapevi cosa dovevi aspettarti ! Ma questi sciacalli che notte tempo si appropriano de i crimini dei nostri nemici compiuti contro di noi evocandone il ripetersi, pensino che a differenza degli stranieri, loro sono italiani (dubito) ed un ‘parente’ che ti tradisce lo sanzioni più facilmente, a cuor leggero essendo un duplice traditore .