La scissione del Pd spacca le giunte comunali. Primo “crash” a Modena ?

26 Feb 2017 17:38 - di Antonio Marras

La scissione del Pd è un affare di Stato, ma anche di Comune, specie quelli che nelle roccheforti emiliane vivono da sempre di numeri blindati che ora iniziano a vacillare. In alcune città già iniziano le grandi manovre per mettere in difficoltà il partito di Renzi, con gli scissionisti di Bersani, Speranza e Rossi pronti a fare comunella con la sinistra per mandare a casa quelle giunte che sono espressioni del vecchio schema unitario dei Democratici. A Modena, per esempio, il “crash” della giunta comunale potrebbe essere il primo di una lunga serie….

Il Pd devastato mette in crisi la giunta di Modena

Domani sarà un giorno importante, per Modena: in città si svolge il primo appuntamento post-Pd di Pier Luigi Bersani e della nuova “cosa rossa” a sinistra del  partito, in un incontro dal nome “All’altezza degli occhi – Un nuovo  centrosinistra per l’Italia”. Sono oltre 300 le persone già prenotate  per la cena dopo il dibattito. Intorno a lui si raduneranno gli  scissionisti emiliano-romagnoli. I ribelli modenesi sono guidati dalla parlamentare dem Cecilia Guerra e da Paolo Trande, capogruppo di lungo  corso del Pd in Comune a Modena, dimessosi a fine 2016 per la frattura  sul referendum costituzionale. A seguire Trande, in quest’avventura, saranno altri due consiglieri
comunali dem: Marco Malferrari e Walter Stella. I tre, in questo modo,  potrebbero mettere in crisi la maggioranza del sindaco Pd Gian Carlo  Muzzarelli che scende da 18 a 15 consiglieri su un totale di 32,  diventando insufficiente a far approvare delibere e atti. Nel nuovo  gruppo consiliare, confluiranno Marco Cugusi e Francesco Rocco, eletti nel 2014 rispettivamente in quota Sel e Pd e, pare, in un secondo  momento, anche i consiglieri della lista civica di orientamento a  sinistra “Per Me Modena”, Domenico Campana e Marco Chincarini.

Traballa anche la “rossa” Piacenza  

Ma non c’è solo Modena negli incubi di Matteo Renzi. La vera ondata di scissioni, in termini numerici, secondo lo stesso Pd arriverà da Piacenza e potrebbe  ribaltare il risultato delle imminenti amministrative. In città,
infatti, resiste una rappresentanza della minoranza dem forte e presente, con posizioni che si attestano su quelle di Roberto Speranza  e Pier Luigi Bersani, originario di Bettola, nel piacentino, dove però il Pd è a zero tessere dal 2014, quando è stato chiuso l’ultimo  circolo.  A Piacenza, invece, proprio la sua presenza e vicinanza, insieme a
quella del parlamentare Maurizio Migliavacca (di Fiorenzuola), anche  lui in uscita dal Pd, ha fatto sì che la minoranza dem mantenesse un  ruolo importante di coordinazione politica. Lo sbocco naturale è  dunque confluire nella formazione politica del presidente della  Regione Toscana, Enrico Rossi, e di Pier Luigi Bersani e Roberto
Speranza. “La scissione a Piacenza – spiega Loris Caragnano – con  ogni probabilità sarà la più consistente in Emilia, la città potrebbe tranquillamente diventare il laboratorio della nuova formazione politica di Bersani”.

Reggio Emilia potrebbe “tradire” Graziano Delrio 

Si allunga, nelle ultime ore, nella città del ministro Graziano Delrio, la lista dei fuoriusciti dal Pd per entrare nella formazione a sinistra del partito, creata dal  governatore della Toscana Enrico Rossi, da Pierluigi Bersani e dal
parlamentare Roberto Speranza. La scissione è guidata dall’assessore alle Infrastrutture Mirko Tutino e dalla consigliera regionale Silvia Prodi, nipote dell’ex premier Romano, che è nel gruppo del Pd in Regione ma non è iscritta al partito (prese la tessera solo nel 2009).  Con loro, lasciano il Pd anche il consigliere comunale Lanfranco De
Franco e, a sorpresa, ultimo “in ordine di scissione”, il segretario  cittadino Mauro Vicini che guidava anche il circolo 4 del Pd in città.  Quanto basta per ipotizzare sconquassi a breve…

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