“Juncker sta per lasciare l’Ue”. Ma la sua portavoce smentisce tutto

20 Feb 2017 12:47 - di Alessandra Danieli

Declino europeo, scarso potere degli Stati membri dopo la Brexit. È il parere del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, che avrebbe intenzione di dimettersi, forse già nelle prossime settimane (il suo mandato scadrebbe nel 2019), secondo le ricostruzioni di Repubblica. Ma nel giro di qualche ora la sua portavoce smentisce tutto come viene testimoniato in un collegamento da Bruxelles con David Carretta di Radio Radicale. «Juncker è qui per restare, per combattere tutte le crisi che l’Europa sta attraversando, ed è motivato come il primo giorno», ha detto una portavoce della commissione europea.  «L’annuncio già fatto nel 2014 che farà un solo mandato come presidente della Commissione gli permette di essere ambizioso e indipendente nel suo approccio, specialmente mentre stiamo discutendo del futuro dell’Europa».

Il giallo sulle dimissioni di Juncker

Nelle ultime ore si erano rincorse voci di stampa secondo cui la “svolta” sarebbe vicina, forse a marzo, quando l’ex primo ministro del Lussemburgo deciderà se rimanere a Bruxelles oppure fare le valigie per le difficoltà di timonare l’Europa dopo la Brexit. Juncker è deluso dalla scarsa ambizione dei governi europei e non avrebbe più voglia di gestire quello che considera un “declino” per l’Europa”. Sul suo successore si fanno i nomi di uno dei due vicepresidenti della Commissione europea, il popolare finlandese Jyrki Katainen, che sarebbe favorito rispetto al socialista olandese Frans Timmermans.

Le perplessità sul Libro bianco

La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, anche se il suo staff ripete che tutto va bene, è la scarsa attenzione mostrata da alcuni governi per il suo “Libro bianco” di Juncker che contiene un progetto di rilancio comunitario dopo il referendum sulla Brexit. Il prossimo 8 marzo la Commissione Ue dovrebbe pubblicare la sua opera  ma da Olanda e Germania, che affronteranno elezioni politiche a breve,  sarebbero stati recapitati a Juncker messaggi riservati di perplessità verso il suo progetto. Immediata la smentita:

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