Italiano questo sconosciuto. Seicento docenti al governo: “Fate qualcosa”

5 Feb 2017 9:11 - di Redazione

L’allarme non è nuovo: gli studenti italiani non sanno maneggiare con cura la propria lingua, la grammatica, persino l’ortografia. E la cosa vale anche per gli studenti universitari che infarciscono le loro tesi di laurea di svarioni e errori da matita rossa e blu. Stavolta però seicento docenti hanno messo nero su bianco il loro j’accuse inviando la loro lettera aperta al premier Gentiloni e alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, la quale del resto una tesi di laurea non l’ha neanche mai scritta.

Scrivono male in italiano

”È chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano – scrivono i docenti – leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Da tempo i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei loro studenti
(grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in
terza elementare. Nel tentativo di porvi rimedio, alcuni atenei hanno
persino attivato corsi di recupero di lingua italiana”. Così l’incipit della lettera,  promossa dal Gruppo di Firenze per la scuola del merito e della responsabilità.

”A fronte di una situazione così preoccupante il governo del sistema
scolastico non reagisce in modo appropriato, anche perché il tema
della correttezza ortografica e grammaticale è stato a lungo svalutato
sul piano didattico più o meno da tutti i governi. Ci sono alcune
importanti iniziative rivolte all’aggiornamento degli insegnanti, ma
non si vede una volontà politica adeguata alla gravità del problema”.

Una scuola esigente

”Abbiamo invece bisogno -viene rilevato- di una scuola davvero
esigente nel controllo degli apprendimenti oltre che più efficace
nella didattica, altrimenti né il generoso impegno di tanti
validissimi insegnanti né l’acquisizione di nuove metodologie saranno sufficienti. Dobbiamo dunque porci come obiettivo urgente il raggiungimento, al termine del primo ciclo, di un sufficiente possesso degli strumenti linguistici di base da parte della grande maggioranza degli studenti”.

I firmatari della lettera

Tra i nomi che hanno firmato la lettera numerosi Accademici della Crusca (Rita Librandi, Ugo Vignuzzi, Rosario Coluccia, Annalisa Nesi, Francesco Bruni, Maurizio Dardano, Piero Beltrami, Massimo Fanfani); i linguisti Edoardo Lombardi Vallauri, Gabriella Alfieri e Stefania Stefanelli; i rettori di quattro Università; i docenti di letteratura italiana Giuseppe Nicoletti e Biancamaria Frabotta; il pedagogista Benedetto Vertecchi e lo storico della pedagogia Alfonso Scotto di Luzio; gli storici Ernesto Galli Della Loggia, Luciano Canfora, Chiara Frugoni, Mario Isnenghi, Fulvio Cammarano, Francesco Barbagallo, Francesco Perfetti, Maurizio Sangalli; i filosofi Massimo Cacciari, Roberto Esposito, Angelo Campodonico, i sociologi Sergio Belardinelli e Ilvo Diamanti; la scrittrice e insegnante Paola Mastrocola; il matematico Lucio Russo; i costituzionalisti Carlo Fusaro, Paolo Caretti e Fulco Lanchester; gli storici dell’arte Alessandro Zuccari, Barbara Agosti e Donata Levi; i docenti di diritto amministrativo Carlo Marzuoli, di diritto pubblico comparato Ginevra Cerrina Feroni e di diritto romano Giuseppe Valditara; il neuropsichiatra infantile Michele Zappella; l’economista Marcello Messori.

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