Il terrorista della strage a Istanbul: giusta una mia condanna a morte

13 Feb 2017 18:38 - di Redazione

Il terrorista Abdulkadir Masharipov, l’uzbeko ritenuto responsabile della strage di Capodanno alla discoteca Reina di Istanbul, avrebbe definito “giusta” una sua eventuale condanna a morte per l’attacco in cui persero la vita 39 persone. Lo ha riportato il quotidiano Sabah, riferendo il contenuto di una deposizione di Masharipov, per il quale un tribunale di Istanbul due giorni fa ha disposto la custodia cautelare.

Giusta la condanna a morte 

Masharipov, secondo il giornale, avrebbe detto che sarebbe “giusto” se i giudici gli comminassero la pena capitale. L’uzbeko avrebbe poi confermato di appartenere all’Is, sottolineando di non avere partecipato ad alcun attacco del gruppo jihadista prima di quello al Reina. “Volevo eseguire l’attacco contro i cristiani per vendicare i crimini commessi da loro in tutto il mondo. Il mio scopo era uccidere cristiani. Abu Chida (il militante che lo avrebbe convinto e che lo avrebbe preparato all’attacco, ndr), che è in Siria, mi disse di compiere l’attacco a Taksim”, avrebbe aggiunto Masharipov, sostenendo di non aver potuto eseguire l’ordine a causa delle imponenti misure di sicurezza nella piazza di Istanbul.

Tentativo di suicidio 

“C’era polizia ovunque. Cambiai idea. Chiamai Abu Cihad e gli dissi che non avrei eseguito l’attacco lì. Poi andai a visionare il Reina – avrebbe proseguito l’uzbeko nella sua deposizione – Abu Chiad mi inviò l’indirizzo e le foto del Reina. Gli inviavo messaggi costantemente. Non l’ho mai incontrato faccia a faccia. Andai di fronte al Reina e non c’erano uomini della polizia o della sicurezza”. Masharipov avrebbe quindi rivelato di aver pensato al suicidio per non “finire ostaggio”. “Quando terminai i proiettili, lanciai due granate stordenti. Misi la terza vicino al mio viso per suicidarmi ma sopravvissi”, avrebbe sostenuto l’uzbeko.

Masharipov è stato arrestato nel quartiere Esenyurt di Istanbul lo scorso 16 gennaio. L’uzbeko è accusato di appartenenza a un gruppo terroristico, strage, tentativo di sovvertire l’ordine costituito e possesso di armi.

 

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