Il Pronto soccorso lo manda via e muore. Maxi risarcimento alla famiglia

7 Feb 2017 13:55 - di Redazione

Stroncato da un infarto, dopo una dimissione “troppo veloce” dal pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare di Napoli. È morto così A.M., 63 anni, malato di cuore. Era il gennaio del 2011. E per quella morte solo oggi l’Asl Napoli 1 è stata condannata dal Tribunale di Napoli-VIII Sezione civile a un maxi risarcimento per gli eredi dell’uomo: quasi 800mila euro da corrispondere a moglie e figli, ha stabilito il giudice Francesco Graziano.

A dare notizia della sentenza è l’associazione Giusta Causa, alla quale si sono rivolti i familiari di A.M. subito dopo la sua morte per vedere riconosciute in sede civile le loro ragioni. Secondo quanto ricostruito, la sera del 2 gennaio 2011 il paziente viene portato in ambulanza con un opprimente dolore toracico al Pronto soccorso dell’ospedale di Napoli. Dopo solo 2 ore, nonostante un elettrocardiogramma anomalo, ne viene decisa la dimissione con una generica diagnosi di dolore toracico. Non vengono ripetuti, riferisce l’associazione, gli esami enzimatici fondamentali per l’accertamento di un infarto in atto. A.M. torna a casa, ma è costretto poche ore dopo a richiamare il 118. Scatta il trasferimento d’urgenza al II Policlinico di Napoli, ma il quadro cardiaco è ormai irreversibilmente compromesso e l’uomo muore il 3 gennaio 2011.

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