Fermata dopo 20 anni “mamma borseggio”, rubava incinta del 10° figlio

6 Feb 2017 14:50 - di Martino Della Costa

Una carriera criminale, la sua, inaugurata nel 1996, quando ancora era minorenne: oggi però, l’infaticabile attività delinquenziale di mamma borseggio – così è stata opportunamente ribattezzata la 36enne serba – con il fermo arrivato dai carabinieri della Stazione di Roma via Vittorio Veneto, è stato inflitto lo stop alle scorribande della donna, una straniera senza fissa dimora e con numerosi precedenti, sul conto della quale gravava un provvedimento di esecuzione pene concorrenti e contestuale ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica della capitale già a gennaio del 2015.

L’arresto di “mamma borseggio”

La donna, che incurante di rischi e contro-indicazioni era in dolce attesa del decimo figlio, è stata notata da una pattuglia di Carabinieri in abiti civili e in servizio anti-borseggio a bordo del bus ”64”, mentre sbirciava nelle borse e negli zaini dei passeggeri. Quando, poi, ha deciso di lasciare l’autobus, ed è scesa alla fermata di via Nazionale, i militari l’hanno seguita per tenerla d’occhio. Lei, ingnara di essere sotto osservazione si era nel frattempo appostata nei pressi dell’ingresso di un fast food, da dove guardava insistentemente i movimenti degli avventori. A quel punto è scattato il controllo: trovata senza documenti, la 36enne è stata fotosegnalata e il confronto delle sue impronte digitali ha tempestivamente fornito il racconto di una lunga carriera criminale, iniziata da minorenne vent’anni fa.

Operativa anche incinta del 10° figlio

La donna ha lasciato tracce del suo passaggio su buona parte del centro Italia, con precedenti penali inseriti da Milano, a Roma, passando per Firenze e l’Aquila, e ben 25 sentenze di condanna emesse nei suoi confronti per furti e borseggi, anche con numerosissimi ”alias”. In virtù del suo ”curriculum”, la Procura della Repubblica di Roma ha emesso il provvedimento di carcerazione con cui la nomade deve scontare un cumulo di pene per 8 anni e 5 mesi di reclusione. ”Vabbè…mi avete preso”, è stato il commento della donna rilasciato a caldo ai Carabinieri che le stavano notificando il provvedimento nella caserma di via Barberini. Subito dopo, la 36enne è stata portata nel carcere di Rebibbia, dove ha iniziato a scontare la sua pena.

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