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Elisabetta II celebra oggi 65 anni sul trono: Giubileo di Zaffiro con i sudditi

Elisabetta II celebra oggi 65 anni sul trono: Giubileo di Zaffiro con i sudditi

Esteri - di Bianca Conte - 6 Febbraio 2017 - AGGIORNATO 6 Febbraio 2017 alle 13:44

La Regina Elisabetta II si appresta a solennizzare i suoi primi 65 anni di governance del popolo d’Inghilterra, pronta a stabilire un nuovo record: è la prima monarca britannica ad aver raggiunto questo ambito traguardo.

Elisabetta II, 65 anni fa la solenne incoronazione 

Era il 6 febbraio 1952 quando, mentre era in in visita istituzionale in Kenya, Elisabetta fu richiamata a Corte: suo padre, Giorgio VI, era morto dopo un lungo periodo di malattia a causa di una grave forma di tumore ai polmoni e lei, avvisata dal marito Filippo – a cui toccò dare la triste notizia – dovette tornare in patria dove fu incoronata ufficialmente il 2 giugno del 1953 con una solenne cerimonia allestita tra le austere mura dell’abbazia di Westminster. Da quel giorno è ufficialmente cominciato il suo regno: un regno che – record nel record per la regina – sarebbe sopravvissuto a 13 premier britannici, altrettanti presidenti degli Stati Uniti e ben sette Pontefici. E perché no? Anche alla Brexit che, rumors di corridoio mai confermate, sostengono non sia poi dispiaciuta così tanto alla sovrana…

Riserbo, fermezza e british aplomb le incrollabili doti

Riserbo, discrezione ma austera fermezza e british aplomb sono le doti con cui Elisabetta II governa i sudditi che, con stima e imperituro affetto, ricambiano continuando da decenni e intere generazioni a vedere in lei una guida illuminata e solida, capace di resistere a scandali di corte – per lo più provocati dagli affaire sentimentali degli irrequieti figli, 4 diverse personalità accomunate dalla propensione per il regale tradimento e il solenne divorzio che ne consegue –  e turbolenze economico-sociali che, ne corso di questi lunghi e impegnativi sei decenni e mezzo la Regina ha saputo affrontare con piglio decisionale e garbo istituzionale. Del resto se, come lei stessa ha tenuto a precisare in più di una intervista – colloqui formali dispensati sempre con il contagocce – ha saputo resistere a quello che non esita definire il suo annus horribilis, come lei stessa definì il 1992, può davvero sperare di arrivare a sfidare il secolo di vita e altri decenni di trono. Quei tremendi 12 mesi di quell’anno, infatti, costrinsero la sovrana del Regno Unito ad affrontare difficili momenti personali e gravi scossoni istituzionali: il 1992, infatti, fu l’anno della separazione tra la principessa Anna e Mark Philips, del figlio Andrea dall’allora consorte Sarah Ferguson, delle scandalose rivelazioni pubblicate nel volume di Andrew Morton sul turbolento triangolo tra Diana, Carlo e Camilla, culminato come noto nella burrascosa separazione tra l’erede al trono e sua moglie, Diana Spencer.

Gli scossoni durante il suo sessantennale regno

Ma se il ’92 è stato un anno difficile per Elisabetta, il 1997 sarebbe stato davvero terrificante: Lady Diana morì a Parigi nel tragico incidente sotto il ponte dell’Alma e a lei fu rinfacciato – per la prima volta – dai media e da buona parte del suo fedele popolo di ostentare freddezza rispetto a quel terribile lutto. Fu proprio in quella circostanza, più che in altre, però, che Elisabetta II dimostrò il suo incrollabile attaccamento alla famiglia e alla stabilità della Corona: di fronte alle incontenibile dimostrazioni d’affetto e devozione palesate dal popolo per la morte della principessa triste – come era stata ribattezzata Lady D. – la regina lasciò in fetta e furia la residenza scozzese di Balmoral dove si trovava per un breve soggiorno di vacanza, e volò a Londra, decisa – come una leonessa con i suoi cuccioli – a salvaguardare dolore e privacy dei suoi due nipoti William e Harry, che avevano appena perso la mamma. Fu in quel drammatico momento, allora, che Elisabetta pronuncio in tv un discorso solenne in cui riusciì, forse per la prima, vera volta, a parlare da regina e da nonna. E forse è questa la sua ricetta segreta: privacy e empatia con il popolo che in lei – e solo in lei, con le dovute concessioni all’affidabilità dell’erede al trono William e di sua moglie Kate – vede una guida stabile e una sovrana insostituibile. Insomma, la Gran Bretagna può abbandonare l’Europa, ma non rinunciare alla sua Regina…

 

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6 Febbraio 2017 - AGGIORNATO 6 Febbraio 2017 alle 13:44