Corruzione, chiesto il rito abbreviato per Marra e Scarpellini in carcere
Processo con rito immediato per l’imprenditore Sergio Scarpellini e per l’ex braccio destro di Virginia Raggi, Raffaele Marra, accusati di corruzione. A due mesi e mezzo dall’arresto la procura di Roma ha chiesto al gip di procedere con il rito abbreviato. L’indagine riguarda una somma di denaro di circa 370mila euro che Marra avrebbe ricevuto dall’imprenditore nel 2013 con la quale acquistò un appartamento a Roma nella zona di Prati Fiscali (intestata alla moglie di Marra).
Corruzione, rito abbreviato per Marra
Per l’esattezza si tratta di assegni circolari per un valore di 367mila 850 euro. In cambio, è l’ipotesi dell’accusa, Marra avrebbe messo la sua funzione a disposizione del costruttore, che aveva rapporti con gli enti pubblici. All’epoca della compravendita il capo del personale era direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune di Roma e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa. Tre giorni fa il giudice aveva negato la revoca degli arresti domiciliari per il costruttore. «Vi è il concreto pericolo – si legge nell’ordinanza d’arresto – che Marra e Scarpellini, se lasciati in libertà, commettano altri gravi delitti e i fatti contestati “denotano la loro spiccata pericolosità sociale certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi”, in considerazione del ruolo in concreto attualmente rivestito nel Comune di Roma, dell’indubbia fiducia di cui gode da parte del sindaco Virginia Raggi». Entrambi gli imputati, Marra è detenuto a Regina Coeli Scarpellini è ai domiciliari, hanno respinto l’accusa sostenendo che la somma di danaro oggetto di contestazione costituisse un semplice prestito.