Cinema a 2 euro, l’8 febbraio l’ultimo appuntamento. A meno che…

7 Feb 2017 12:25 - di Luciana Delli Colli
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Sta per finire “Cinema2day”, l’iniziativa grazie alla quale il secondo mercoledì del mese si può andare al cinema con soli due ero. L’8 febbraio sarà l’ultimo giorno, a meno che le associazioni di categoria non raccolgano l’appello a prorogare la promozione. Una richiesta arrivata dal basso, che però ora trova anche l’appoggio del ministero dei Beni culturali. 

La petizione per chiedere che l’iniziativa continui

In una lunga lettera ai presidenti di Anica, Anec e Anem, il ministro Dario Franceschini ha fatto propria una petizione online che è stata promossa da alcuni ragazzi del Municipio VII di Roma e che in poco tempo ha raccolto moltissime adesioni. Una conferma di quanto l’iniziativa sia stata popolare, come del resto emerge chiaramente dai numeri registrati nel corso dei sei mesi di “sperimentazione”. Dal 14 settembre, data di inizio della promozione, si è registrata una media di un milione di spettatori e picchi di presenze e incassi che hanno reso le giornate a due euro fra le più vantaggiose per gli stessi operatori del settore. «Le giornate della promozione – ha ricordato Franceschini – si sono collocate tra quelle con le maggiori presenze e i migliori incassi di tutto l’anno, con performance superiori, almeno in tre occasioni, persino al giorno di Natale».

Nel mondo del cinema vantaggi e dubbi

Dunque, una iniziativa che fa bene agli italiani e allo stesso cinema, che però rischia di finire, se gli appelli a proseguirla non saranno accolti. Nella sua lettera, Franceschini ha parlato anche di «legittimi dubbi e perplessità» emersi durante gli incontri con gli operatori del settore «per mettere a punto i dettagli dell’iniziativa». Ora il ministro, ringraziando per l’impegno fin qui profuso dagli addetti, chiede di proseguire «l’iniziativa per altri sei mesi per poter poi, dopo un anno, fare un bilancio sul suo impatto sul pubblico e sulle vostre imprese, in particolare anche nel periodo estivo in cui le sale, in Italia, sono sempre vuote» e spiega che i Beni culturali sono pronti «a continuare a offrire il proprio supporto di promozione».

 

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