Chaouqui: i dossier su Vatileaks li conservo in un caveau di un’azienda

7 Feb 2017 9:46 - di Redazione

«Dossier scottanti in una cassaforte della mia camera da letto? In realtà, è un caveau in
un’azienda specializzata». È quanto afferma al Fatto Quotidiano Francesca Immacolata Chaouqui, già membro della Cosea, la commissione sui conti del Vaticano, indagata e condannata al processo per Vatileaks a dieci mesi di reclusione con pena sospesa. «Io ho iniziato la mia carriera grazie a Giulio Andreotti, da lui ho imparato l’importanza degli archivi».

Chaouqui, oggi esce il suo libro “Nel nome di Pietro”

Nel giorno di uscita del suo nuovo libro, Nel nome di Pietro edito da Sperling & Kupfer, sottotitolo: “Ricchezze, affari, intrighi e scandali dalla carte segrete della commissione del Papa”, Chaouqui spiega di aver «messo nel libro quello che era importante per smontare
certe ricostruzioni. Il resto lo userò solo se sarà necessario per il bene della Chiesa: ho già iniziato un secondo libro…».    Per la prima volta, in questo libro viene alla luce «per intero la storia dei lavori della Commissione pontificia sulle finanze vaticane. Una ricostruzione dall’interno – forte di corrispondenze e documenti esclusivi mai resi pubblici – di sprechi, ricchezza, affari e intrighi. E soprattutto un duro j’accuse alle lobby internazionali che all’interno del Vaticano vorrebbero compromettere la missione di rinnovamento di Papa Francesco».

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