Berlusconi: “Salvini sbruffoncello, non lui il candidato premier”

12 Feb 2017 12:01 - di Mariano Folgori

Puntura di spillo, anzi di spillone di Berlusconi a SalviniL’occasione è un’intervista rilasciata dal Cav a la Repubblica  “Credo  – dice Berlusconi – che il centrodestra sia il solo schieramento politico in grado di far uscire il Paese dalla crisi. Essere uniti è importante, purché su un progetto davvero condiviso. Il centrodestra non può pensare di avere un futuro soltanto intercettando le paure e il malcontento degli italiani. Lo scetticismo degli  elettori si batte con la serietà delle proposte e delle idee. Con  Salvini e Meloni ci siamo visti. Va tutto bene. In privato Matteo mi  abbraccia, dice che ho ragione io. Poi in pubblico fa un po’ lo  sbruffoncello. Ma ormai lo conosco. Lui lo sa che non può essere il  candidato premier”.  A far salire la tensione tra Forza Italia e Lega sono, paradossalmente, proprio gli ultimi sondaggi che hanno rimesso  in pista il centrodestra. Di qui l’inevitabile braccio di ferro per l’egemonia nello schieramento. Molto dipenderà dalla legge elettorale che verrà sfornata dal Parlamento. Ma è chiaro che Berlusconi vuole tenersi la golden share del centrodestra, ammesso però che un centrodestra come quello che abbiamo finora conosciuto sia ancora possibile.

Berlusconi: “Uscire dall’euro sarebbe velleitario”

Berlusconi marca la differanza da Salvini sul punto scottante dell’uscita dell’Italia dall’euro. “Sul programma -dice il Cav- siamo d’accordo al 95%. Solo sull’uscita  dall’euro siamo in disaccordo”. Ha veramente voglia di scherzare, Berlusconi, quando  stima al 5% il peso della questione euro. Ad ogni buon conto, sottolinea che “oggi uscire dall’euro sarebbe  velleitario, l’Italia ne avrebbe ripercussioni gravissime per il suo  debito pubblico e anche per le aziende e per il risparmio degli  italiani. I tassi d’interesse schizzerebbero in su, l’inflazione  ripartirebbe galoppante, ondate speculative travolgerebbero la nostra  moneta. Quello che potremmo studiare però è la possibilità di una  moneta italiana con una doppia circolazione di moneta, euro e lira, in modo da riacquisire una parziale sovranità monetaria”.   “Ne ho discusso -spiega Berlusconi- con tanti professori e  economisti. Dopo la guerra in Italia c’era l’Am-Lira. Quando mia madre mi mandava a fare la spesa, pagavo con quella moneta. Funzionava  benissimo. Oggi ovviamente si chiamerebbe lira e basta”.

“Complesso votare a giugno”

Altro punto di frizione è la data delle elezioni. Votare a giugno è possibile? “Mi pare complesso. Ci vorrebbe un grande accordo sui meccanismi elettorali che per ora non vedo”. E per quanto riguarda il suo personale impegno? “Non posso ignorare la richiesta pressante che mi giunge dai militanti e dagli  elettori di Forza Italia. Quindi, in un modo o nell’altro – risponde  Berlusconi – alle elezioni sarò presente. I giudici di Strasburgo  tengano presente che la loro sentenza non riguarda un privato  cittadino, cosa che sarebbe comunque importante, riguarda la  democrazia in un grande Paese europeo”

 

 

 

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