Berlusconi di lotta e di governo: «Una moneta interna per riprenderci la sovranità»
È un Berlusconi di lotta e di governo quello che fa nuovamente irruzione sulla scena politica, sospinto da un vento che sembra tornato a gonfiare le vele del centrodestra. «Serve una nuova moneta per riprenderci la sovranità monetaria. Conservare l’euro per le importazioni e le esportazioni e con una nuova moneta interna provvedere a tutti i pagamenti dello Stato per aiutare chi è rimasto indietro. Sono assolutamente convinto di questa soluzione». Berlusconi detta i punti della sua campagna di primavera intervenendo nel corso della trasmissione Notizie Oggi in onda su Canale Italia. È un proclama di lotta, questo di Berlusconi sulla nuova moneta interna, perché l’euro rimane un dogma presso l’establishment interno ed internazionale. Ma è anche, in prospettiva, un visione di governo, che senza nulla concedere alla facile propaganda, individua, in questa doppia circolazione monetaria, una via di uscita possibile dalla crisi che attanaglia da molto tempo la società e l’economia dell’Italia. Del resto, dopo la Brexit e dopo la vittoria di Trump, sono caduti molti tabù nell’elettorato e nell’opinione pubblica dell’Europa. E tutto si può dire di Berlusconi meno che egli non abbia fiuto per i tempi che cambiano.
Ma Berlusconi pensa alla leadership possibile dello schieramento di centrodestra «Se Berlusconi non potrà tornare in campo – dice di sé – , il centrodestra dovrà trovare qualcuno al suo interno. Il governatore del Veneto Luca Zaia si sta comportando molto bene. Dico Zaia o qualcun altro in grado di emergere e convincere tutti». Il diretto ineteressato declina però l’invito del Cav. «Per quanto riguarda la Lega – risponde Zaia- abbiamo già un candidato, che è Matteo Salvini». Il governatore veneto non poteva, del resto, rispondere diversamente.
Berlusconi getta lo sguardo anche al di fuori del centrodestra. E il suo rinnovato ottimismo trova conferma nel caos che sta devastando il campo del centrosinistra: c’è una «guerra che sta lacerando il Pd, che ormai sembra un contenitore vuoto. Renzi ha commesso degli errori, soprattutto di arroganza e inaffidabilità, ma il resto del suo partito sta usando gli stessi metodi ma senza il suo carisma».