Assad all’Ue: «Avete distrutto la Siria, non parteciperete alla ricostruzione»

7 Feb 2017 11:41 - di Federica Parbuoni
assad

Non ha risparmiato critiche all’Unione europea, all’Onu e agli Usa. Per lo meno per come si sono comportati finora, perché per il presidente siriano Bashar al-Assad, invece, «le dichiarazioni che abbiamo sentito da Donald Trump durante la campagna elettorale sono promettenti». 

L’Ue fuori dalla partita della ricostruzione

«Non puoi svolgere un ruolo (nella ricostruzione del Paese, ndr) mentre stai distruggendo la Siria, perché l’Ue sostiene i terroristi in Siria fin dall’inizio sotto diverse coperture», ha spiegato Assad, parlando con i media belgi dopo aver ricevuto una delegazione di parlamentari del partito nazionalista fiammingo Vlaams Belang, che già in passato aveva inviato propri membri in Siria. Per Assad, i Paesi europei «dovrebbero prendere una posizione molto chiara sulla sovranità della Siria, smettere di sostenere i terroristi. Così i siriani potrebbero, e dico potrebbero, accettare che questi Paesi svolgano un ruolo». «Ma intanto – ha sottolineato il presidente siriano – se ponete la domanda ai siriani, vi risponderanno “No, non lo accettiamo, quei Paesi hanno sostenuto la gente che ha distrutto il Paese, non li vogliamo qui”».

«L’operazione di Usa e Ue in Siria è illegale»

Ma da Assad, per l’Ue, arriva anche un giudizio politico impietoso: «Molti nella regione credono che gli europei non esistano politicamente, che seguano il padrone, cioè gli americani», ha detto ancora ai media belgi, aggiungendo che l’operazione che portano avanti con gli americani in Siria «è un’operazione cosmetica», una «illusione di alleanza», perché «l’Is si è andata a espandere durante quell’operazione». «Al tempo stesso – ha continuato Assad – è un’operazione illegale, perché avviene senza aver consultato o aver chiesto il permesso al governo siriano, che è un governo legittimo. È  quindi una violazione della nostra sovranità. Infine, l’operazione non ha evitato che i cittadini siriani venissero uccisi dall’Is, quindi per cosa dovremmo essere grati?».

Per Assad «le parole di Trump sono promettenti»

Ma se nei confronti dell’Europa non si registrano aperture, il discorso cambia per gli Stati Uniti, dove l’arrivo del nuovo presidente ha cambiato o, meglio, promette di cambiare gli scenari. «È presto per aspettarsi qualcosa di concreto, bisogna aspettare», ha precisato Assad, per il quale però finora le parole di Trump, «in riferimento alla priorità della lotta al terrorismo e soprattutto all’Is, che è quello che abbiamo chiesto negli ultimi sei anni», fanno ben sperare. Anche nell’ottica di una nuova fase della cooperazione tra Usa e Russia, che sarà «positiva per il resto del mondo, compresa la Siria».

Le critiche all’Onu

Assad, che ha definito la guerra nel suo Paese «non evitabile» perché dovuta alle «cattive intenzioni di Paesi come l’Arabia Saudita, il Qatar, la Turchia, la Francia, il Regno Unito e gli Usa», ha chiarito che non si può dialogare con le organizzazioni terroristiche, ma ha anche teso una mano a chi, dopo aver abbracciato il jihad, «su base individuale, volesse cambiare atteggiamento». «Come governo – ha detto – siamo pronti ad accettarlo e a dargli l’amnistia, se torna alla sua vita a depone le armi». Quanto al rischio di un processo alla Corte internazionale dell’Aja, il presidente siriano ha commentato dicendo che «sappiamo tutti che le istituzioni Onu non sono imparziali». «Sono di parte, perché influenzate soprattutto da americani, francesi e britannici, quindi non lavorano per la stabilità del mondo e non ricercano la verità. Dobbiamo difendere il nostro Paese con ogni mezzo, non ci importa della Corte o di qualsiasi altra istituzione internazionale».

«Io eletto dal popolo, senza il suo sostegno sarei nulla»

Infine, da Bashar al- Assad una precisazione sulla legittimità del proprio governo, ricordando che lui è stato eletto e che dal padre Hafiz al-Assad, presidente prima di lui, non ha ricevuto mai alcun incarico di governo. «Se il popolo siriano scegliesse un altro presidente, io non dovrei scegliere se farmi da parte, sarei già da parte, sarei fuori dalla mia attuale posizione e questo è evidente, perché – ha ricordato Assad – la Costituzione incarica un presidente o lo destituisce sulla base delle elezioni e della scelta del popolo siriano». «Se non hai il sostegno della popolazione – ha concluso il presidente siriano – non puoi raggiungere nulla in Siria, soprattutto in guerra”. 

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