Al Qaeda colpita al cuore: ucciso il numero 2 al-Masri, genero di Bin Laden

27 Feb 2017 15:41 - di Alberto Consoli

Una vita ai vertici di al-Qaeda, molto vicino a Osama bin Laden, anche probabilmente grazie al matrimonio con una delle sue figlie, e fidato braccio destro di Ayman al-Zawahiri: la morte del 59enne egiziano Abu al-Khayr al-Masri, concordano gli analisti, è un duro colpo per l’organizzazione terroristica orfana di bin Laden. Le circostanze della morte di al-Masri, noto anche con il nome Ahmad Hasan Abu al Khayr e ritenuto il numero due di al-Qaeda, sono ancora poco chiare. La sua uccisione “in un raid della coalizione dei crociati” in Siria è stata comunque confermata in un comunicato dalla neonata formazione Hayat Tahrir al-Sham, gruppo guidato da Jabhat Fateh al-Sham, ex Jabhat al-Nusra (affiliato ad al-Qaeda).

Al Qaeda: il raid di un drone ha ucciso al-Masri

Il Pentagono non ha sinora né confermato né smentito le notizie sulle sorti di al-Masri. Secondo Charles Lister, esperto del Middle East Institute e autore di “The Syrian Jihad”, al-Masri era il “numero due al-Qaeda”. Sarebbe stato ucciso in un raid di un drone nella zona di al-Mastumah, nella provincia di Idlib, nel nordovest della Siria,
come sostengono gli attivisti sul campo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. Un missile avrebbe centrato l’auto su cui viaggiava. Immagini e video diffusi sul web e collegati alla notizia dell’uccisione di al-Masri mostrano una berlina con il tetto distrutto, ma il parabrezza per lo più intatto. Nel 2005 gli Usa hanno inserito al-Masri nell’elenco degli ‘associati’ ad al-Qaeda. Secondo dati del Dipartimento del Tesoro Usa, al-Masri (il cui vero nome era Abdullah Muhammad Rajab abd al-Rahman in Kafr al-Shaykh) era nato in Egitto il 3 novembre 1957. Washington lo considera “responsabile per il coordinamento del lavoro di al-Qaeda con altre organizzazioni terroristiche”. Il Guardian riferisce anche del coinvolgimento di al-Masri negli attacchi del 1998 contro le ambasciate Usa in Tanzania e Kenya in cui sono morte più di 200 persone, per lo più civili. La morte di al-Masri – ha detto l’esperto Hisham al-Hashimi al giornale britannico – “è tanto importante quanto quella di bin Laden”, ucciso in un blitz delle forze speciali Usa ad Abbottabad, in Pakistan, nel maggio 2011. “Era il leader ideologico del gruppo in Iraq, Siria e Yemen e – ha sottolineato – il numero due dell’organizzazione a livello globale”. Anche per Lister la notizia della morte in Siria di al-Masri, “numero due di al-Qaeda a livello globale”, rappresenta “il più duro colpo” all’organizzazione “dall’uccisione nel giugno 2015 in Yemen di Nasir al-Wuhayshi”.

Una vita per la jihad

Al-Marsi, che avrebbe iniziato la ‘carriera’ nella jihad islamica egiziana e sarebbe passato dalla Bosnia, ha combattuto con bin Laden in Afghanistan e sarebbe stato per più di dieci anni detenuto in Iran. Secondo il Long War Journal sarebbe stato rilasciato nel 2015 in cambio della liberazione di un diplomatico iraniano rapito in Yemen.
Poi, stando agli analisti, avrebbe raggiunto la Siria per sostenere Jabhat al-Nusra. Per Lister era uno “degli intermediari chiave del gruppo per i contatti con gli affiliati e con altre formazioni jihadiste nel mondo” ed era stato proprio “il matrimonio con una delle figlie di bin Laden a farlo arrivare da subito nel cuore pulsante di al-Qaeda”.

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