Al kamikaze di Mosul un milione per «ingiusta detenzione» a Guantanamo (video)
Ottenne un milione di sterline di risarcimento dal governo britannico Ronald Fiddler, l’uomo riconosciuto come il kamikaze che il 19 febbraio si è fatto esplodere a Mosul in uno dei due attentati dell’Isis che hanno provocato 3 morti e dodici feriti. Convertito all’Islam con il nome di Jamal al-Harith, Fiddler nel 2002 fu catturato in Pakistan dalle forze speciali americane e portato nel carcere di Guantanamo. Ne uscì dopo due anni con tante scuse e con il risarcimento a sei zeri per quella che allora venne giudicata una detenzione ingiusta.
Fiddler riconosciuto nella foto divulgata dall’Isis
Sono stati i familiari di Fiddler, che aveva 50 anni, a riconoscere l’uomo nella foto di rivendicazione divulgata dall’Isis. «È lui, lo riconosco dal sorriso», ha detto al Times il fratello, dopo aver visto la foto dell’attentatore. Un riconoscimento avallato anche da “fonti anonime” citate dalla Bbc e da Channel 4, e probabilmente attribuibili a comparti dell’intelligence. «L’aspirante al martirio, il fratello Abu Zakariya al Britani – è stata la rivendicazione dell’Isis – ha fatto esplodere il suo veicolo carico di esplosivi su un quartier generale dell’esercito e le sue milizie nel villaggio di Tal Kisum, a sud ovest di Mosul».
L’arresto, la detenzione e il rilascio
Fiddler fu arrestato dalle forze speciali americane mentre si trovava in Pakistan. Lui sostenne di trovarsi con i talebani non perché affiliato a qualche organizzazione terroristica, ma perché ostaggio in quanto ritenuto una spia britannica. Dopo alcuni mesi a Guantanamo fu indicato come persona da rilasciare perché, spiegò lo stesso comandante del campo di detenzione, «è stato stabilito che il detenuto non è affiliato ad al Qaeda o ai talebani». Il rilascio avvenne nel 2004. Una volta tornato in patria, Riddler accusò i servizi britannici di aver assistito, senza fare nulla, alle violenze cui era stato sottoposto a Guantanamo. Ne scaturirono le scuse del governo e il risarcimento, nonché l’assicurazione da parte dell’allora segretario all’Interno, David Blunkett, che nessuno dei prigionieri che era riuscito a far scarcerare da Guantanamo sarebbe stato «veramente una minaccia per il popolo britannico».
La partenza per la Siria
Nel 2014, però, stando a quanto riportato dalla Bbc, Fiddler è andato a combattere in Siria, passando dalla Turchia e ingrossando le file dei foreign fighters britannici, che risultano essere circa 850. Non solo, la stampa britannica nel 2015 raccontò anche del viaggio della moglie Shukee Begum che andò in Siria con i loro cinque figli per cercare di convincere il marito a tornare e che, invece, era dovuta fuggire dai territori controllati dallo Stato islamico per salvare se stessa e i figli.