Yemen, ucciso in azione un Navy Seal americano. Il primo dell’èra Trump
Un soldato americano delle forze di élite americane è morto nello Yemen nel corso di un’azione. Anche tre esponenti di Al Qaeda sono rimasti uccisi nel raid americano, che ha fatto un totale di 14 morti, secondo fonti militari, 57 secondo fonti locali, tra cui 16 civili. L’attacco è avvenuto nei pressi della città di Radaa, nella provincia di Bayda, circa 270 chilometri a sudest della capitale Sanaa. I leader del gruppo terroristico sono stati identificati nei fratelli Abdel-Rauf e Sultan al-Dhahab e in Seif al-Joufi. Nel raid, condotto con elicotteri Apache, è morto anche il commando americano, mentre altri tre sono rimasti feriti. Successivamente il comando centrale americano ha confermato che il militare è morto in seguito alle ferite riportate nel corso di un raid contro al Qaeda nello Yemen, mentre altri tre soldati sono rimasti feriti. Si tratta della prima vittima americana da quando nove giorni fa si è insediato alla Casa Bianca il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha promesso una campagna più aggressiva contro i gruppi di militanti nel mondo e che ieri ha dato il via libera all’operazione.
Il Pentagono conferma l’azione nello Yemen
Secondo quanto riferito da una fonte militare americana citata dal New York Times, commandos del Team 6 dei Navy Seal hanno condotto un attacco di terra a sorpresa nella provincia di Bayda, attacco che è durato circa un’ora. Obiettivo dell’azione era un quartier generale del ramo yemenita di al Qeda nell’area, per attaccare il quale i vertici dell’antiterrorismo hanno ritenuto preferibile condurre un’operazione di guerra piuttosto che in raid aereo. “Siamo profondamente rattristati per la perdita di uno dei nostri quattro membri delle forze di élite – ha commentato il generale Joseph Votel, capo del Centcom – I sacrifici sono molto grandi nella lotta contro i terroristi che minacciano di uccidere gente innocente nel mondo”. Nel corso dell’operazione è stato registrato anche un “atterraggio duro” per un aereo V-22 Osprey che era stato inviato per evacuare i feriti, distrutto dai militari per evitare che finisse in mani nemiche.