Se a Prato spuntano un fantoccio e uno striscione anti-migranti…

24 Gen 2017 13:42 - di Giulia Melodia

Prove tecniche di insofferenza. O meglio, segni tangibili – e in bella mostra – del disagio patito e sempre più mal tollerato imposto dall’accoglienza coatta di profughi e migranti. E così, a Prato – ma la cosa potrebbe accadere e replicarsi anche in moltissime altri piccoli centri letteralmente presidiati – durante la notte uno striscione con scritte contro gli immigrati e un fantoccio impiccato sono apparsi sul balcone di Palazzo Pretorio cittadino, sede del Museo Civico. Non solo: lo stesso striscione è stato lasciato appeso al ponte della Passerella e poi rimosso questa mattina dalle forze dell’ordine.

Striscione e fantoccio anti-migranti a Prato

Nello striscione si leggeva «Assassinato dallo Stato italiano» e il fantoccio impiccato era dipinto coi colori della bandiera italiana: chiaro no? Il messaggio è arrivato chiaro e diretto alle autorità locali e istituzionali del Paese, nonostante i tentativi di ridimensionare portata e significato del blitz notturno che ha inscenato la protesta. Una protesta che arriva – a Prato come in altre città del Belpaese trasformate in centri d’accoglienza urbani – al colmo di una serie di iniziative volte all’accoglienza di migranti quando richieste e necessità dei locali risultano inevase da tempo. Una forma di solidarietà a senso unico – quella denunciata da tanti italiani, non solo a Prato – che gli autori della protesta scenografica hanno deciso di denunciare e che, di contro, il sindaco della città, Matteo Biffoni, ha bollato come «un atto incivile che si commenta da solo». 

La risposta del sindaco. I precedenti dell’accoglienza

«È un attacco ai valori dell’accoglienza e della solidarietà – ha aggiunto il primo cittadino toscano – ma Prato, lo ribadisco, accoglie e accoglierà tutti coloro che si trovano in difficoltà, a patto che siano rispettosi delle regole e delle leggi».  Andrebbe ricordato però, che l’accogliente Prato è stata teatro di disordini e rivolte da parte delle comunità cinese, scattate dopo i controlli fiscali nelle varie aziende della Chinatown toscana e che, sempre in quel drammatico periodo, emrse la notizia sconvolgente di rondearmate allestite dagli orientali in funzione anti-magrebina; con tanto di spedizioni punitive oridnate dal «braccio armato» dell’organizzazione cinese , pronta ad agire in modo indiscriminato per «punire» chi rapinava connazionali cinesi. Alla faccia dello spiriuto d’accolgienza e di ospitalità…

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