Sanità, ecco le piaghe del sistema: pochi fondi, tagli e inefficienza
Dopo anni di tagli il sistema sanitario italiano si contrae. Il servizio pubblico non riesce a liberare risorse e offre servizi inadeguati. Gli utenti, dinanzi a costi aumentati, hanno la percezione di un logoramento del sistema con il conseguente fenomeno di rinvio o rinuncia alle cure che nel 2016 ha coinvolto il 26% degli italiani.
Il rapporto su ospedali e salute
Sono le conclusioni del 14° Rapporto annuale ‘Ospedali & Salute 2016’ che disegna un “sistema in deflazione”. Il report, realizzato da Ermeneia, mostra come a una diminuzione dei servizi si accompagnino maggiori costi per i cittadini: dal 2009 al 2014 si
riducono i numeri dei posti letto (-9,2%), dei ricoveri (-18,3%),
delle giornate di degenza (-14%), del personale (-9% tra il 2010 e il
2014); dal 2009 al 2015 aumentano in parallelo gli oneri per gli
utenti, con i ticket per le prestazioni che crescono del 40,6%, le
visite intramoenia a pagamento presso gli ospedali pubblici del 21,9% e i ticket per i farmaci del 76,7%.
La spesa per la sanità tra le più basse in Europa
Dalle analisi condotte e dal confronto con gli altri Paesi europei – indica il Rapporto – emerge un processo di deflazione da sottofinanziamento. Nel triennio 2012-2014, infatti, la spesa sanitaria pubblica risulta ancorata al 6,8% del Pil, mentre risulta in crescita quella degli altri Paesi G7 (8,2%). Anche la spesa ospedaliera pubblica complessiva è ferma nel nostro Paese al 3,9% del Pil. Esiste poi una deflazione da inefficienza della ‘macchina’ ospedaliera pubblica che non riesce a ‘liberare’ risorse, come invece potrebbe, secondo Aiop, qualora fosse in grado di rivedere in maniera significativa le proprie modalità organizzative e gestionali. Se ciò avvenisse, le risorse recuperate sarebbero investite per migliorare le strutture, le attrezzature e i servizi per i pazienti.