Rampelli, da Renzi e Pd spiccioli alle periferie. E la Raggi non se n’è ancora accorta

11 Gen 2017 13:09 - di Bianca Conte

È notorio che, in uno schema “centralizzato” come quello che lega governo e comuni, i sindaci lamentino erogazioni sempre più ridotte e inadeguate: da quanto denunciato però in una nota dal capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Fabio Rampelli, commentando la graduatoria pubblicata sulla “Gazzetta Ufficiale”, inerente i fondi stanziati alle città per la riqualificazione delle periferie, le cose non starebbero proprio nei termini in cui in genere vengono reclamate dai primi cittadini. Non sempre, almeno: e in questo contesto, allora, Roma, Napoli e Firenze vantano, o denunciano, i loro distinguo. Vediamo quali. 

La denuncia di Fabio Rampelli

Rampelli, riallacciandosi alla situazione di abbandono e degrado in cui versano le periferie dei principali capoluoghi del Belpaese, nella nota dichiara che «I due miliardi assegnati alle grandi città italiane per interventi di riqualificazione delle periferie ci lasciano esterrefatti. La città certamente con le periferie più estese e più degradate è Roma, che si contende il triste primato con Napoli, dove il degrado urbano si associa al proliferare delle cosche camorriste». E qui veniamo al cuore della questione, politico e amministrativo. «Bene – rileva infatti il capogruppo di FdI – nella graduatoria diffusa dal Consiglio dei ministri, Roma è al 22° posto e Napoli al 17°, per un totale di 35 milioni di euro assegnati sui 2 miliardi citati e assegnati. Qualcosa non ha funzionato – aggiunge polemicamente Rampelli, che poi chiosa – e le conseguenze di tale inaccettabile conclusione la pagheranno i cittadini delle aree più fragili del territorio. Di chi la colpa? Roma paga il prezzo dell’incapacità dei suoi due ultimi amministratori, Raggi compresa, ma la responsabilità principale è senza ombra di dubbio di Renzi e del Pd».

Falle e sospetti sullo schema centralizzato

Nel denunciare stranezze e mancanze, infatti, Fabio Rampelli risale alle cause di questa disparità di trattamento spiegando come «la legge di stabilità del 2016 prevedeva insolitamente una regia di Palazzo Chigi su questi fondi, ignorando completamente i sindaci e il territorio». Un’anomalia, o quanto meno il segno di una illogicità procedurale, che non era sfuggita a Fratelli d’Italia che, infatti, sulla questione fu indotto a proporre una modifica di questo «schema centralizzato… Ma evidentemente Renzi ­– conclude a questo punto Rampelli – voleva decidere a chi dare e a chi non dare i finanziamenti e così, stranamente, Firenze si trova con 40 milioni di euro, più di Roma e Napoli messe insieme. Dunque la vera e propria elemosina che destina alla capitale è un’altra vergogna che si abbatte sui residenti della periferia romana». Una realtà urbana e sociale da troppo ormai abbandonata al degrado e all’illegalità che imperversano e che neppure la sindaca Raggi ha cominciato ad affrontare.

 

 

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