Nutella e bottiglie d’acqua: così hanno resistito i bambini di Rigopiano
Scorte di nutella e bottiglie d’acqua sul tavolo da biliardo. È la stanza nella quale i bambini, ospiti dell‘Hotel Rigopiano, si sono salvati dalla valanga che ha devastato la struttura. Questi bambini «usciranno da questa esperienza fortificati. Certo bisognerà coccolarli e seguirli, ma la giovane età e le reazioni che hanno avuto alla fine di quest’incubo hanno un valore prognostico positivo: tutto porta a pensare che il trauma presto lascerà il posto a una nuova forza». Così Italo Farnetani, pediatra ordinario alla Libera Università Ludes di Malta commenta la reazione dei quattro bambini.
Dopo due giorni passati intrappolati sotto la neve, i piccoli sono apparsi in discrete condizioni di salute, hanno chiesto di poter mangiare biscotti, persino di andare a sciare, e hanno raccontato di avere trascorso il tempo giocando a biliardo. Per il pediatra «sono stati sicuramente aiutati dalla tenera età: fino ai 6 anni – spiega – i bambini non hanno pensieri autonomi ma replicano quello che hanno imparato a fare prima. Fino ai 10 anni, invece, fanno ragionamenti autonomi ma solo su quello che vedono. Non avere ancora la capacità di elaborare le idee ha attenuato la loro paura. Anche quella del buio che, ad esempio, per i più grandi viene ricollegata a un pericolo. Per i più piccoli, invece, il buio non richiama alla memoria pensieri negativi, specie se accanto c’è un genitore o un adulto che conoscono e di cui si fidano».