Mps, Forza Italia detta le condizioni: fuori i nomi di chi ha affossato la banca
Nessun salvataggio sulla pelle dei risparmiatori. Soprattutto, nessun accordo politico in Parlamento senza precise garanzie sulla trasparenza che deve caratterizzare il cosiddetto “salva-banche”, provvedimento da 20 miliardi di euro. Il centrodestra è compatto ora che anche Forza Italia, attraverso il suo capogruppo al Senato Paolo Romani in un’intervista a Libero, fa sapere di essere disponibile ad accelerare sull’approvazione del decreto a condizione che il governo Gentiloni pubblichi la lista dei grandi debitori. Una precisazione dovuta dopo i sospetti di una entiente cordiale tra forzisti e Pd sul salvataggio del Montepaschi. Sospetti che ora Romani ricaccia con forza: «Non c’è nessun inciucio bancario su Mps». Al contrario, Forza Italia attende di conoscere la risposta del Pd in merito alle richieste avanzate.
Romani: «Sì al decreto solo se c’è l’elenco dei debitori»
È lo stesso Romani ad evidenziarlo: «Non abbiamo ancora la garanzia che vengano fatte le cose chieste da noi. Vogliamo che il provvedimento vada avanti, ma siccome non ci sono ancora le modifiche che riteniamo decisive, non possiamo votare a favore. Il nostro voto è condizionato a quei cambiamenti». Cioè, alla pubblicazione dell’elenco dei debitori di Mps. La data spartiacque sarà quella del 24 gennaio termine entro il quale dovranno essere presentati gli emendamenti. Ci sarà anche quello di Forza Italia («il più importante», dice Romani) che prevede la pubblicazione della lista dei primi cento debitori di Mps, siano essi persone fisiche o giuridiche. Trasparenza totale, quindi, senza alcun blocco in nome di pelosi richiami al diritto alla privacy. A maggior ragione – sottolinea Romani – che l’operazione a favore della banca senese, oltre che sul debito, peserà anche sul deficit: 60 milioni nel 2017, di 232 milioni nel 2018 e di 290milioni negli anni successivi.
Gasparri: «De Benedetti restituisca i soldi avuti per Sorgenia»
In perfetta sintonia con il capogruppo azzurro è Maurizio Gasparri, che raccomanda «prudenza»sul “salva-banche”. «Ci interessa la tutela dei risparmiatori, non la salvezza di chi li ha massacrati», avverte il vicepresidente del Senato. L’unica differenza con Romani sta nel fatto che Gasparri solleva il tema della trasparenza assoluto con nomi e cognomi aggiungendo un’ulteriore condizione alla richiesta del collega: «Che alcuni di questi grandi debitori restituiscano i soldi». Per tutti Gasparri cita Carlo De Benedetti, editore di Repubblica e già tessera n. 1 del Pd. «Non è ad esempio possibile – spiega Gasparri – che non ridia i 600milioni che si è fatto prestare per la sua Sorgenia da Mps». Non è uno sfizio o una vendetta politica, tiene a precisare il vicepresidente del Senato: «Poniamo questa condizione perché non è possibile fare regali a spese dei cittadini ai tanti De Benedetti. Su questo punto è indispensabile che si riunisca il gruppo FI al Senato per ribadire con chiarezza la nostra posizione».