L’ultima di Ciccio Kim: o vinci alle Olimpiadi o vai a spaccare pietre
Per Ciccio Kim è semplice: o vinci alle Olimpiadi e porti a casa una medaglia oppure sei fregato. Non è la dura legge dello sport. È appunto la legge di Ciccio Kim, il dittatorello che – anche grazie alla complicità cinese – tiene in scacco il popolo della Corea del Nord. L’ultima di Ciccio Kim, che con lo sport non c’entra proprio nulla (basta guardarlo!) è da rabbrividire: se non vinci una medaglia vai ai lavori forzati. Sappiamo bene quanto lo sport abbia sempre avuto un ruolo centrale in molti Paesi ex comunisti e asiatici (la mente corre subito alla Ddr la fu Germania est con falce e martello) al punto che gli atleti si sottopongono ad allenamenti al limite dello stremo e a pericolosisime pratiche dopanti. E siccome al peggio non c’è fine, in una dittatura ossessiva e blindata come quella della Corea del Nord un fallimento alle Olimpiadi diventa molto più che una delusione. Si muta in dramma. Sino ad oggi quello che accadeva agli sportivi non medagliati è sempre stato tenuto segreto. Ma adesso, con una intervista al Daily Star, un ex atleta scappato agli sgherri di Ciccio Kim ha squarciato il muro di omertà: ha confessato quello che accade ai norcoreani che non riescono a vincere medaglie alla Olimpiadi. Hyeong-soo, scampato alle punizioni previste dal regime, ha confermato tutti i dubbi e le voci di terribili punizioni: i ginnasti e i loro allenatori che non vincono finiscono rinchiusi in gulag ai lavori forzati. Ci riesce a vincere invece è trattato con i massimi onori e riempito di regali esclusivi e lussuosi. I “disertori”, così sono apostrofati gli atleti sconfitti, vengono “rieducati” nei campi di lavoro per mesi e costretti a spaccarsi la schiena pur di placare l’ira di Ciccio Kim. Che invece potrà continuare ad ingrassare in santa pace.