L’America di Trump: ecco perché la narrazione liberal s’è inceppata

21 Gen 2017 14:21 - di Mario Aldo Stilton

L’ America di Trump e i giornali italiani. È così che la narrazione liberal ha fatto cilecca. S’è inceppata. Quasi si trattasse di “vil razza” d’annata. D’annata con l’apostrofo, ovvio, che potrebbe stare per stagionata, vissuta, attempata. Perciò scaduta. Nulla a che vedere col Rigoletto di Verdi, of course. Anche se… Anche se rammenti. I grandi inviati che in tutti questi anni ci hanno raccontato l’America liberal, l’America di Barack Obama e Michelle, l’America aperta (nel senso delle frontiere) e l’America solidale (quella che paga per tutti). L’America che ci sorprende, l’America che ci difende. E vai di iperbole. Caratteri in grassetto e certezze sciorinate in faccia al lettore: ecco la narrazione che ci è arrivata da Washington, da New York, da ogni angolo d’America. Perchè c’era finalmente Obama e tutto andava bene. C’era, poi, pronta Hillary e, naturalmente, tutto sarebbe proseguito a meraviglia. C’era è vero più di qualche mal di pancia,  di scontento e un bel po’ di risentimento contro il pensiero dominante. C’erano i disoccupati, le delocalizzazioni aziendali, la rivolta contro l’Obama care, la crisi del sistema bancario, le falle dell’intelligence e la cocciutaggine nel volere esportare la “democrazia” dove non era né richiesta né sognata. C’era la Siria, la Libia, l’Isis, l’Iraq, la Turchia, Guantanamo, Cuba, l’Ucraina, israeliani e palestinesi ecc, ecc. Ma, insomma: quisquilie. Nulla che il genio liberal non avrebbe potuto controllare, ricondurre a più miti e ragionevoli consigli. Del resto i liberal erano gli “eletti”,  i migliori. E al loro verbo attingevano i narratori nostrani. I quali hanno fatto a gara a dire e spiegare a noi poveri mortali, per tutti questi anni, di quale solluchero sarebbe stata l’America della Clinton dinasty dopo i radiosi anni di Obama.  Poi è arrivato Donald Trump. Ed è stato prontamente liquidato con un’alzata di spalle, un sorrisetto ironico e un tratto di penna, tipo: “Ecco a voi un ricco imbecille!“. Ma qualcosa non ha funzionato. Trump s’è certamente dimostrato ricco, tanto da spendere i suoi soldi in campagna elettorale. Ma non proprio imbecille. Al suo fianco – ad onta delle critiche femministe e sempre liberal – Melania faceva e fa la sua magnifica figura. Le sue parole d’ordine hanno sfondato. Un elettorato praticamente orfano s’è ritrovato. È così che la narrazione liberal ha fatto cilecca. S’è inceppata.

 

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