I presidi romani: andate in classe con i piumini. La Raggi ha agito troppo tardi
Ma non doveva essere già partita 24 ore prima del ritorno in aula l’operazione del Campidoglio “scuole calde”, con l’accensione dei termosifoni alla vigilia dell’inizio delle lezioni? Doveva: eppure oggi, al suono della campanella, gli alunni romani si sono ritrovati in classi fredde e nient’affatto accoglienti. E non è nemmeno tutto: la risposta al problema – forse più inquietante del problema stesso – arrivata dai presidi a chi sottoponeva loro la questione temperature glaciali è stata un’esortazione a rispolverare i vecchi metodi casarecci e artigianali rimedi della nonna: contro il gelo che attanaglia anche la capitale, a scuola si rientra con «l’abbigliamento adatto al freddo»… Ma il sindaco Raggi, in tutto questo, che fa?
I presidi romani: andate in classe coi piumini
Incredibile, ma vero: a poche ore dalla ripresa delle lezioni dopo la lunga pausa natalizia – e come riportato nel dettaglio da un servizio su la Repubblica – molti presidi di altrettanti istituti scolastici di Roma, preso atto delle temperature glaciali, e tenuto conto del fatto che caldaie e riscaldimenti delle scuole capitoline sono rimasti spenti per tutta la durata della pausa vacanziera – quelli che non lo sono da prima a causa di guasti da riparare da non si sa più nemmeno quanto – hanno pensato bene di risolvere il problema spedendo una circolare a rappresentanti di classe e genitori degli alunni «per invitarli a vestire i figli in modo adeguato alle temperature polari pur dovendo stare in classe». Perchè, spiegano i presidi e riporta il quotidiano diretto da Mario Calabresi, «la segnalazione che abbiamo dai dirigenti scolastici è quella di aule gelate e questo succede quando si prendono provvedimenti all’ultimo momento senza averli concertati con noi presidi», ha sostenuto il presidente della sezione Lazio dal’Associazione nazionale presidi Mario Rusconi.
Metodi casarecci e tenuta da sci: e il Campidoglio che fa?
«Ieri ad esempio –prosegue la Repubblica – abbiamo saputo che mentre la succursale del liceo Newton – che non ha fatto il ponte – era stata molto riscaldata, quella centrale no – denuncia Rusconi –. E così ci si è trovati di fronte a genitori e studenti furibondi per il freddo: alcuni di loro sono addirittura andati via». Indignati che, come in alta montagna o sulle piste da sci, nelle scuole di Roma per far fronte al freddo, anche al chiuso, si debba ricorrere a metodi “casarecci” e a una tenuta tecnica con cui si schiede agli alunni e ai loro genitori di coprire le mancanze e del inadempienze dell’amministrazione capitolina…