Figuraccia in Europa, ennesima gaffe di Grillo: una risata lo seppellirà

9 Gen 2017 20:44 - di Corrado Vitale

«Non ci sono garanzie». È lapidario il capogruppo di Alde, Guy Verhofstadt nel dire no a Grillo e al M5S. Le trovate propagandistche di Grillo possono funzionare (ancora per quanto?) in Italia. Non funzionano certo in Europa. L’ultima tragicommedia grillina sta facendo ridere tutta l’Europa e, soprattutto, tutta l’Italia della politica. È l’ultima prova del dilettantismo e della boria del M5S. Una miscela davvero micidiale. Roba da apprendisti stregoni o, per meglio dire, da istrioni invecchiati. 

Ma quanto dovrà ancora pagare, Grillo, per dirottare l’attenzione dell’opinione pubbblica, dal disastro della Raggi, su altre “prodezze” a Cinque Stelle?  Un figuraccia val bene Roma. Ma ora le gaffe stanno diventando troppe. Nel giro di pochi giorni, il M5S s’è lanciato in spericolate operazioni, sbattendoci malamente la faccia. Prima col nuovo “codice etico” garantista a beneficio degli amministratori grillini sotto inchiesta o in odore di inchiesta: roba da ridere, considerando lo spirito forcaiolo e giacobino che ha permesso a Grillo & Company di conquistare, nelle elezioni del 2013,  il 25 % dei voti e poi di tronfare in grandi città come Roma e Torino. Poi l’addio a Farage e l’apertura ai liberali di Alde. E anche qui non sono stati pochi quelli che hanno messo in risalto la sfacciataggine di Grillo, che prima tuona contro l’Europa e  che poi tenta di accasarsi tra gli europeisti alla Monti. Ora, dopo poche ore, la doccia fredda del niet dei liberali europei. È il suggello finale di una settimana vissuta pericolosamente (e maldestramente).

A parte lo sperato oblio sui casi di Roma e Palermo, Grillo sperava forse di essere ammesso nel salotto dei liberali europei al fine di rassicurare quei settori moderati italiani che guardano con orrore alla possibilità che un grillino diventi presidente del Consiglio. Troppo disinvolta, troppo grossolana l’operazione per filare liscia. E infatti non è filata liscia. 

Difficile ora immaginare quali potranno le conseguenze in termini di consenso di questa brutta caduta di immagine. Ma l’Italia della politica sta ridendo a crepapelle. E, alla fine, una risata forse seppellirà Grillo e il suo MoVimento. Una risata, appunto: degna conclusione per un comico che, ad età ormai avanzata, s’è inventato leader politico. 

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