È ufficiale: la pistola usata da Amri a Sesto San Giovanni è quella di Berlino (VIDEO)
La Polizia Scientifica conferma che l’arma con cui Anis Amri fece fuoco uccidendo l’autista del camion utilizzato per la strage di Berlino è la stessa che il terrorista usò nella sparatoria di Sesto San Giovanni. Ne dà notizia la Polizia di Stato sul suo profilo Twitter.
La conferma della Scientifica italiana su Amri
La comparazione effettuata tra il bossolo esploso dall’arma utilizzata dal terrorista a Sesto San Giovanni e quello repertato dalla Polizia tedesca «ha portato inequivocabilmente ad accertare che sono stati espulsi dalla stessa pistola; il proiettile estratto dalla spalla dell’agente italiano ferito non è, invece, utile per il confronto perché troppo danneggiato», spiegano dalla Polizia.
Amri ha sparato con una calibro 22
La scientifica ha paragonato i proiettili sparati contro gli agenti italiani con quello sparato l’autista polacco del Tir di Berlino. L’autopsia effettuata sul corpo dell’autista polacco Lukasz Urban, prima vittima del terrorista Anis Amri a Berlino, ha rivelato che Amri gli aveva sparato, colpendolo alla testa, e lo aveva pugnalato tra le 16.30 e le 17.30 il giorno dell’attentato. A riferirne è stata la Bild precisando che secondo le analisi condotte il 37enne aveva perso molto sangue a causa di quelle ferite.
Amri ha ucciso l’autista polacco con un colpo alla testa
Questo non esclude che il cittadino polacco fosse ancora vivo al momento in cui Amri ha lanciato il suo Tir carico contro la folla riunita nel mercatino sulla Breitscheidplatz. Secondo i medici Urban poteva essere ancora cosciente ma non in grado di agire per fermare l’attentatore, scrive la Bild citando l’esito dell’autopsia e precisando che le tracce trovate sul volante del camion e che hanno lasciato pensare ad un intervento volontario dell’uomo possano in vece essere state lasciate al momento del violento impatto del Tir.
Amri e le tesi complottiste sul passaporto
La conferma che la pistola calibro 22 è la stessa per Berlino e per Milano smonta le tesi complottiste sul passaporto lasciato da Amri sul luogo dell’attentato. Nessun depistaggio, quindi, nessun capro espiatorio individuato all’occorrenza, ma un killer che ha lasciato la firma della sua strage. Come hanno fatto in passato altri terroristi islamici.