Campania: De Luca si smarca dal Pd, ma non vuole che si sappia in giro
«In Italia la decenza è morta». Parola di Vincenzo De Luca, controverso governatore della Campania, ri-salito agli onori della cronaca per aver presentato ad Afragola, grosso comune alla periferia nord di Napoli, l’embione di un futuro movimento, “Campania libera“, che secondo alcune voci di dentro della sinistra partenopea si accingerebbe a fare concorrenza elettorale al Pd. Da un’ottica strettamente mediatica, per De Luca è già un bel passo avanti visto che questa volta i giornali si sono occupati di lui non per le oramai mitiche «fritturine di pesci» nè per il convinto elogio del clientelismo, cui è stato inchiodato da una registrazione birichina di un suo pubblico intervento finito chissà come sulle pagine del Fatto Quotidiano.
De Luca riunisce i fedelissimi ad Afragola
Ma la ferita è ancora aperta e De Luca continua a sentirsi al centro dell’attenzione dei media che, a suo dire, arrivano a distorcere la realtà pur di metterlo in cattiva luce. In verità, l’ex-sindaco di Salerno fornisce ai suoi presunti detrattori materia prima in abbondanza. E la manifestazione di Afragola ne è un esempio. Sconfitto malamente al referendum nella sua regione (in Campania il “no” ha toccato punte del 70 per cento), De Luca si è visto scaricato da Renzi nella sua recente intervista a Repubblica e ha pensato bene di riunire le truppe di cui dispone. Non si sa mai. Del resto, nel Pd napoletano è tornato a ruggire Antonio Bassolino, uno con il quale non c’è mai stato un feeling particolare, mentre le altre gerarchie territoriali del partito si mostrano sempre più insofferenti al suo evidente cesarismo.
«La stampa mente: non è il mio partito personale»
Ma De Luca non ci sta a passare per uno che sta complottando contro il suo partito e mena fendenti contro la stampa: «Non esiste il mio ‘partito personale», taglia corto a chi gli chiede della manifestazione di Afragola. L’iniziativa, spiega De Luca, «aveva come tema “Obiettivo lavoro“, ed è stata promossa da una delle liste civiche e di programma che mi affiancano da ben 6 anni. Questa manifestazione è diventata su qualche organo di informazione il lancio improvviso e insidioso del mio “partito personale”», nonostante – aggiunge – sia risaputo che per lui i partiti personali sono «un’idiozia». È tale la rabbia del governatore che non si accorge di inciampare in un’involontaria autoironia nel momento in cui dice che «occorre rassegnarsi a pubblicare le registrazioni video e audio degli eventi cui si partecipa». Gli consigliamo di farlo in prima persona se non vuole finire ancora in pasto a Maurizio Crozza.