Amatrice nel gelo. Il sindaco Pirozzi: basta, non si può morire di burocrazia

10 Gen 2017 12:15 - di Stefania Campitelli

Ritardi, polemiche, bracci di ferro, appelli sul web. Ma la verità è semplice: il freddo polare di questo inizio anno ha stretto in una morsa di gelo Amatrice e le zone colpite dal terremoto di agosto. Difficile spiegare come si vive in queste ore nelle tende dove dormono i terremotati, per quanto riscaldate a dovere, e i danni enormi al bestiame che rischiano di mettere in ginocchio gli allevatori. Acqua e fieno gelati, stalle mai costruite (la ditta vincitrice dell’appalto della Regione è in ritardo di 27 strutture), animali lasciati sotto la neve che rischiano di morire e burocrazia che rallenta ogni operazione.

Amatrice, Pirozzi perde la pazienza

Dopo aver lanciato  un primo appello all’esercito chiedendo l’utilizzo di mezzi e strutture  per aiutare gli allevatori locali, il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sembra aver perso la pazienza. «Abbiamo bisogno di un uomo al comando, un generale dei carabinieri, qualcuno della Guardia di Finanza», dice rivolgendosi al commissario Vasco Errani e puntando il dito contro la burocrazia e gli enti che stanno ritardando la messa in sicurezza delle aree. In particolare il riferimento  è all’ordinanaza della Protezione civile del 28 novembre in cui si stabilisce la messa in sicurezza e di cui nessuno si è ancora ricordato di applicare. L’ordinanza del commissario Errani è rimasta lettera morta. «Esorto la Regione ad attivarsi al più presto, perché permetterebbe agli allevatori di fare da soli queste strutture provvisorie con spese a carico dello Stato, anche se vorrei che fosse chiarito al più presto che nessuno dovrà anticipare con propri fondi le spese». Serve uno della Finanza, un magistrato – continua Pirozzi – chi partecipa deve avere la fedina penale pulita, ma questo non presuppone che si abbiano le capacità per fare bene. Come dire la moralità non basta, servono competenza e sveltezza. Era necessario fare una gara unica per le 52 stalle in difficoltà o era meglio “spacchettarle” si domanda il sindaco di Amatrice. 

Nel mirino l’ordinanza di novembre

Rabbia ma anche proposte. «Ho suggerito anche alla Regione, dato che chi ha vinto la gara non ce la fa, di dare l’incarico anche ai secondi in graduatoria, ai terzi, insomma faccia come crede ma faccia presto. E questo discorso valga per tutti i settori: si snellisca l’iter burocratico per ogni cosa, si faccia presto, perché un ritardo in tempi normali può essere tollerato dalla popolazione. Un ritardo in tempo di emergenza sta causando la sofferenza degli uomini e degli animali. Lo dico per la terza volta: si faccia presto, si faccia prestissimo, si tenti di recuperare questo ritardo che sta costando tanto alle popolazioni colpite, non si può morire pure di burocrazia».

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