Sulmona, il giorno dell’addio: Duomo gremito per i funerali di Fabrizia Di Lorenzo

26 Dic 2016 11:21 - di Ginevra Sorrentino
A Sulmona in lutto si affievoliscono le luci degli addobbi natalizi della città: nel piccolo centro abruzzese oggi è lutto cittadino in ricordo di Fabrizia Di Lorenzo – la trentenne italiana morta nell’attentato di Berlino – e per l’estremo saluto alla giovane tributato ai funerali nella cattedrale di San Panfilo. Un giorno di commemorazione e di raccoglimento, proclamato dal sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, “in segno di rispetto e partecipazione al profondo dolore della famiglia e della comunità sulmonese”. E allora, in chiesa non è stato consentito l’ingresso di telecamere e fotografi: per loro è stata allestita una postazione all’esterno.

L’ultimo saluto a Fabrizia al Duomo di Sulmona

La città tributa l’ultimo saluto alla nostra connazionale, la cui giovane vita è stata spezzata dalla ferocia jihadista del terrorista tunisino Amri. Non sono neppure le dieci quando il Duomo di Sulmona risulta già strapieno per i funerali di Fabrizia: tra i familiari, gli amici, i concittadini, anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, mentre l’intera comunità si stringe intorno alla famiglia. La chiesa sembra sotto assedio, e già dalle prime ore del mattino: tutto è pronto per l’addio alla trentunenne uccisa nell’attentato di Berlino, compreso un grande dispiegamento di forze dell’ordine in piazza Duomo e l’allestimento delle transenne disposte per contenere la folla. Completate rapidamente anche le operazioni di bonifica della Chiesa, al cui interno il rito funebre è stato affidato al vescovo di Sulmona, Angelo Spina.

Berlino, investigatori milanesi al lavoro anche a Natale 

Intanto, sul fronte investigativo apprendiamo che gli agenti della Digos milanese sono stati al lavoro anche durante il giorno di Natale per ricostruire nel dettaglio gli spostamenti di Anis Amri, il tunisino ritenuto responsabile della strage di Berlino e ucciso la notte tra giovedì e venerdì scorso a Sesto San Giovanni durante un controllo di un equipaggio della Volante. Da analizzare anche i dati che a Natale gli investigatori tedeschi hanno portato a conoscenza degli agenti della Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, a capo del Dipartimento Antiterrorismo della Procura di Milano e dai pm Paola Pirotta e Piero Basilone. All’esame la pistola calibro 22 che il tunisino aveva con sé, la sua scheda telefonica non utilizzata e altri elementi che potrebbero chiarire se l’uomo poteva disporre di appoggi nel Milanese, oppure se Sesto era solo un luogo di passaggio per andare altrove.

Berlino, 3 fermi in Tunisia: decifrato il “codice Amri”

E comincia a dare i primi risultati l’operazione che si sta svolgendo in collaborazione tra le autorità italiane e quelle tedesche e non solo: le forze antiterrorismo tunisine hanno sentito oggi alla brigata antiterrorismo di Tunisi Aouina, tre persone in relazione con il killer di Berlino, Anis Amri. Lo rivelano alcuni media locali precisando che il pubblico ministero avrebbe disposto nei loro confronti un provvedimento di fermo in attesa della loro comparizione di fronte al giudice istruttore. Secondo le stesse fonti i tre sarebbero stati fermati tra Tunisi e Oueslatia e l’operazione sarebbe stata compiuta in collaborazione con le autorità italiane e tedesche appunto, dopo aver decifrato un codice segreto usato da Amri.
 

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