Salvini all’attacco di Berlusconi: «Fa prevalere gli interessi di Mediaset»

22 Dic 2016 15:42 - di Giacomo Fabi

Prima o poi doveva accadere. Troppi i distinguo, i non-detto o le frasi lasciate a mezz’aria per non accorgersi che tra Berlusconi e Salvini il solco si stava allargando oltre oghni pessimistica previsione. Il “no” al referendum è stato solo un anestetico, mentre la comune vittoria del 4 dicembre ha finito paradossalmente per slatentizzare i sintomi del distacco. Tutta colpa del Mattarellum lanciato da Renzi, adottato in tandem da Salvini e dalla Meloni e sdegnosamente respinto al mittente dal Cavaliere, riconvertitosi per l’occasione al proporzionale. Con una motivazione logica e sensata, almeno in superficie: i poli non sono più due ma tre e quindi il sistema elettorale basato sui collegi uninominali non serve più. Ma alla versione politologica di Berlusconi credono in pochi nel centrodestra.

E il Cav: «In Salvini c’è ancora il giovane comunidta padano»

Soprattutto, non ci crede Salvini. Il leader della Lega Nord sente odore di restaurazione e grida all’inciucio. Berlusconi non gradisce e se la prende «con il giovane comunista che è ancora in lui», beccandosi in controreplica un «Berlusconi vede comunisti dappertutto». Ma è dai microfoni di Radio 24 che la schermaglia si fa duello. Salvini, infatti, non fa mistero di imputare la folgorazione di Berlusconi per il proporzionale alla scalata dei francesi di Vivendi a Mediaset: «Anche in questo caso le vicende aziendali, personali e familiari prevalgono su ragionamenti più generali. Può essere comprensibile dal punto di vista umano ma non da quello dei cittadini». A riprova dei suoi sospetti, Salvini elenca una serie di ripensamenti degli “azzurri” su temi politicamente caldi, a cominciare dal decreto sul Montepaschi. «Fino a ieri – ricorda il leader leghista – Forza Italia diceva che avrebbe votato contro o si sarebbe astenuta su questi 20 miliardi che sono un assegno in bianco a Mps. Che i francesi stessero cercando di portarsi via un azienda strategica come Mediaset lo si sa da questa settimana. Io giudico le persone dai comportamenti – prosegue Salvini – e fino a settimana scorsa Forza Italia era all’opposizione e aveva mantenuto una coerenza sul referendum e sul governo Renzi. Ora invece Berlusconi dice che Prodi non ha lavorato così male, che non esclude di collaborare con Renzi dopo le prossime elezioni, e che Gentiloni può contare su di lui. Cosa è successo in questa settimana? Immagino che tutti – conclude – siano arrivati alle mie conclusioni».

Casini: «Bene l’ex-premier sul propozionale»

A tentare di spegnere sul nascere l’incendio nel centrodestra tenta Gianni Alemanno, leader di Azione Nazionale: «L’unità del centrodestra – spiega – è imprescindibile. Non si può tacciare di comunismo come fa Berlusconi nei confronti di Salvini tutte le forze di centrodestra che pongono con determinazione la questione sociale». Ma il Cavaliere in versione Prima Repubblica piace molto agli ex-post e neo-Dc: «Berlusconi è stato ed è nel solco dei grandi statisti democristiani e lo sta dimostrando una volta di più in questi giorni», azzarda Gianfranco Rotondi. Più interessato alla prospettiva è invece Pierferdinando Casini, che valuta «positivamente» l’attrito con Salvini e la prefereza per il proporzionale: «È inevitabile – sentenzia il presidente della commissione Esteri al Senato – . Il Mattarellum non è una cattiva soluzione ma va accettato dalla maggioranza del Parlamento e non mi pare ci sia».

 

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