Pd, volano parole grosse e parolacce. Giachetti a Speranza: “Hai la faccia come il c…”

18 Dic 2016 18:37 - di Ginevra Sorrentino

Roberto Giachetti interviene all’Assemblea Pd, e la temperatura del dibattito, divenuta incandescente, si gela per un istante lasciando interdetta l’intera platea- Renzi in testa a tutti – che poi, dopo lo sconcerto, insorge con fischi e applausi. Del resto ormai è chiaro a tutti in sala: tra i convenuti dem volano gli stracci, parole grosse e a quel punto, perché no? Anche le parolacce… “Sulla legge elettorale – tuona  allora durante il suo intervento il vicepresidente della Camera – mi sembra di trovarmi al gioco dell’oca. Ovviamente penso che il Mattarellum sia una legge straordinaria e importante. Ancora in queste ore rimango leggermente allibito quando leggo il novello “Davide”, Roberto Speranza dire che è una sua proposta. Ho cercato parole ortodosse per dire cosa io penso. E penso: Roberto Speranza, hai la faccia come il c… Quando avevi la possibilità di votare il Mattarellum alla Camera eri il capogruppo e hai detto no”.

Giachetti vs Speranza: “Ha la faccia come il c…”

Non usa mezzi termini, Roberto Giachetti in assemblea Pd per apostrofare colleghi di partito su posizioni diverse dalle sue: e sembrano ormai lontanissimi i tempi in cui l’esponente dem, ex radicale, ribadiva la necessità di continuare a difendere atteggiamento serafico e flemma propositiva convinto che “il degrado del limguaggio della politica” non fosse certo “d’aiuto al Paese”. Una fase zen e un aplombe dialettico che oggi sono andati a farsi benedire grazie alla colorita invettiva riservata a Speranza, che ha scatenato fischi e applausi in platea, scatenando la lite in assemblea. Sentite queste parole, infatti, la diretta streaming non può fare a meno di censurare le immagini in cui si vede Matteo Renzi mettersi le mani nei capelli. E ancora: una parte della platea applaude il vicepresidente della Camera, ma una decina di delegati presenti in assemblea Pd insorgono e lasciano la sala tra urla e proteste. Interviene il presidente Matteo Orfini a redarguire Giachetti: “Non avresti permesso, dirigendo l’aula della Camer,a di usare espressioni del genere”. Giachetti si difende: “La parola culo è sdoganata in tutto il mondo. Ma ok, mi correggo: faccia di bronzo”. Ma la toppa è ancora peggio del buco che vorrebbe andare a coprire…

L’invettiva di Giachetti e la replica di Speranza

In realtà, infatti, non proprio di toppa si tratta. Giachetti, infatti, ben lontano dall’intenzione di aggiustare il tiro e ritirarsi in buon ordine, continua a rincarare la dose delle recriminazioni rivolgendosi direttamente a Renzi, a quel punto convitato di pietra annichilito. “Caro Matteo, dici che non cacci via nessuno ma io rivendico anche quella politica dove qualcuno ha ancora l’etica di domandarsi se ha ancora senso stare in quella comunità, che ci fa ancora qui. Mi riferisco a chi va in tv o rilascia interviste e butta fango sulla nostra comunità”, riprende le fila del discorso Giachetti all’assemblea nazionale Pd. “Quando sento il mio amico, nuovo Davide, che non crede all’uomo solo al comando – mi riferisco a Roberto Speranza – voglio dire a lui e alla sua ala che il suo problema è di non avere un uomo solo, ma quell’uomo al comando, cioè Matteo Renzi. Vi domandate se c’è ancora spazio nel partito? Ancora spazio? Avete fatto quello che avete voluto sempre, sulle spalle di questo partito, lucrando su questo partito in tv. E ora vi arrogate il diritto di dire che voterete proposta su proposta del governo: caro Matteo, se permetti questo non governerai più niente a livello locale. Inutile che ci prendiamo in giro e fingiamo che siamo tutti buoni”. Poi, archiviati buonismo d’ordinanza e politically correct, arriva il momento della replica di Speranza: “Lo stile? E’ come il coraggio di Don Abbondio…” sentenzia su Twitter a stretto giro il deputato dem citando parole usate di recente da Matteo Renzi nei confronti della minoranza del partito. E il sottinteso è chiaro anche in questo caso…

 

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