Napolitano demolisce la Boldrini: “sindaca e “ministra” parole orribili

16 Dic 2016 10:30 - di Guglielmo Federici

Laura Boldrini colpita e affondata nel suo amor proprio con due battute. Stavolta Giorgio Napolitano ci è piaciuto. Simpatico siparietto tra il presidente emerito della Repubblica e la presidente della Camera. Nel salutare la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli alla consegna dei riconoscimenti del premio letterario De Sanctis, Napolitano ha detto: “Valeria non si dorrà se insisto in una licenza, quella di reagire alla trasformazione di dignitosi vocaboli della lingua italiana nell’orribile appellativo di ministra o in quello abominevole di sindaca“. Applausi a scena aperta da praticamente tutta la sala, a testimoniare di quanto suia “sentita“ nell’opinione diffusa questa crociata lessicale della presidente della Camera Boldrini. Che infatti c’è rimasta male, lei che dell’uguaglianza di genere – ma solo nel linguaggio – ha fatto un cavallo di battaglia, l’unica ragion d’essere. “Per il presidente Napolitano ho il massimo rispetto ma la società cambia. E io credo che i nomi si debbano declinare. Convincerlo? Ha detto che non ci dobbiamo neanche provare, ma d’altronde siamo in democrazia”, ha detto con un sorriso beffardo la Boldrini ai cronisti che le chiedevano un commento.

La Boldrini mastica amaro

Giorgio Napolitano, normalmente felpato nei giudizi, con una sola battuta ha demolito le “innovazioni“ linguistiche volute dalla Boldrini, quella della declinazione al femminile delle cariche istituzionali, anche laddove la cacofonia fa accapponare la pelle. Inutile aggiungere che la forma non significa sostanza, e infatti la rivendicazione lessicale della presidente della Camera non è andata di pari passo con le rivendicazioni lavorative, sociali, salariali. Facile fare semplici questioni di forma, quando non si ha la capacità di incidere nelle politiche vere della vita di tutti i giorni. Napolitano esterna il suo disgusto di fronte a questa nuova terminologia. Subito dopo riceve una targa dalle mani della stessa presidente della Camera, che in un clima di forzata  ironia  replica a caldo: “Questo è tradimento… Allora mi ridai la targa…”.

 

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