Morti in corsia, indagati altri 12 medici e un maresciallo dei carabinieri
La sconcertante indagine sui morti in corsia all’ospedale di Saronno svela ad ogni passo, ad ogni nuova acquisizione, verità scomode e inquietanti novità. E tra correzioni di tiro – appena poche ore fa il procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, in riferimento all’interrogatorio-fiume dell’ex direttore dell’Asl di Busto, Roberto Cosentina, ascoltato ieri, ha afferamto che «non è corretto» dire che esiste un «muro di omertà» – e nuove disposizioni – è stato oscurato il profilo Facebook di Laura Taroni, l’infermiera arrestata con l’accusa di aver ucciso il marito in concorso con il compagno, il medico Leonardo Cazzaniga – l’inchiesta va avanti e fissa nuovi punti fermi.
Morti in corsia, indagati 12 medici
Tutto mentre proseguono le indagini dei carabinieri su possibili altri casi di morti in corsia, decessi sospetti registrati al Pronto Soccorso dell’ospedale di Saronno. Da quanto trapela dall’inda mediatica che ha travolto questo caso, i militari starebbero valutando altre segnalazioni, circa una ventina, giunte in caserma da parte di parenti di degenti deceduti in pronto soccorso negli anni scorsi. Si tratterebbe di persone che manifestano timore per le cause di morte dei propri cari, oppure domandano chiarimenti. Ad oggi sarebbero circa una trentina le cartelle cliniche sequestrate dagli investigatori, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio (Varese) su cui si stanno concentrando le indagini. E un comune denominatore sembrerebbe assemblarli sotto un’unica voce: si tratterebbe, infatti, di tutti i casi trattati dal viceprimario del Pronto Soccorso Leonardo Cazzaniga prima dell’avvio della indagine condotta dalla Commissione interna, poi chiusa senza alcun provvedimento successivo. Proprio sulla base di quella inchiesta, allora, dodici medici sono stati iscritti nel registro degli indagati a vario titolo per omessa denuncia e favoreggiamento. Questi stessi medici, adesso, dovranno essere tutti sentiti dalla Procura a partire da lunedì prossimo.
Morti in corsia, indagato anche un maresciallo dei Cc
E non èancora tutto: nell’ambito dell’inchiesta sulle morti sospette all’ospedale di Saronno risulta indagato, per omessa denuncia, anche un maresciallo dei carabinieri. Si tratta del luogotenente che nel 2012 era al comando della stazione di Saronno. Dalle carte dell’inchiesta risulta che uno dei medici dell’ospedale di Saronno (a sua volta indagato per falso ideologico) si presentò da lui per consegnargli una lettera in cui esprimeva tutti i suoi dubbi circa l’operato dell’infermiera Laura Taroni per quanto riguarda le «cure» nei confronti del marito, Massimo Guerra, poi deceduto. Il medico, convocato dai magistrati, dapprima si è avvalso della facoltà di non rispondere, poi, in un secondo tempo, ha messo tutto a verbale, fornendo questa versione: ha detto di essersi presentato una prima volta alla stazione dei carabinieri, di aver parlato con il maresciallo, il quale gli avrebbe chiesto di ripresentarsi dopo aver messo tutto per iscritto. Secono la sua ricostruzione, dunque, a quel punto il medico avrebbe scritto una lettera, che dice di aver portato personalmente alla stazione dei Cc di Saronno, in busta bianca, con la raccomandazione di consegnarla al maresciallo. La lettera di cui parla, però, non è mai stata trovata. Lui ha dichiarato di averne avuta copia in un computer, ma di averla persa dopo che il computer è stato formattato. Il carabiniere, interrogato a sua volta, ha invece negato di averla mai ricevuta. Tuttavia risulta agli atti che il medico si presentò effettivamente in caserma a Saronno: e in ragione di questo il carabiniere è stato iscritto nel registro degli indagati per omessa denuncia. E pensare che quanto appena ricostruito è solo l’ultimo, “strano” episodio, emerso dalla carte di un’inchiesta destinata a riservare ancora molti colpi scena…