Meb, Manù e Agnese: chi sale e chi scende all’ombra dell’ex giglio magico
Contro Meb, Maria Elena Boschi, la più tranchant è stata Paola Taverna, senatrice Cinquestelle “de borgata”, che definisce il governo Gentiloni una “torta di letame con la Boschi come ciliegina”. E la ciliegina Boschi, alla fine, è stata salvata e messa in sicurezza, col ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Non c’era modo più esplicito per dare una risposta di indifferenza a chi aveva bocciato la sua riforma appena pochi giorni fa, il 4 dicembre.
Meb passa dal blu elettrico al nero
Probabilmente la stessa Maria Elena Boschi, detta Meb, ne è consapevole: ne fa fede il suo sorriso spento alla cerimonia del giuramento nel Salone delle feste del Quirinale. E anche quella sua scelta di passare dal tailleur blu elettrico che sfoggiava quando si insediò il governo Renzi al nero dimesso di questo governo già ribattezzato Renzi-bis. Il colore della Casta. Perché lei, a neanche quarant’anni, è già considerata una riciclata, una sopravvissuta, una rottamata ripescata.
Agnese ha giganteggiato
A livello di immagine, Agnese Landini rispetto a lei ha giganteggiato. Discreta e silenziosa, è stata promossa “moglie esemplare” soprattutto dopo la messinscena dell’addio di Renzi, con annuncio di dimissioni e fuga dai fotografi abbracciato alla moglie. Un’etichetta appena appena sporcata dai rigurgiti invidiosi della fetta peggiore del web che l’ha accusata di indossare un maglione firmato e troppo costoso (notizia trasformatasi in giallo perché lo stilista Ermanno Scervino cui è stato attribuito il gilet a collo alto con perline che Agnese indossava lo scorso 4 dicembre ha disconosciuto il maglioncino…).
La nuova first lady
Ma sia Meb che Agnese sono destinate, al momento, a finire nel dimenticatoio. La prima se ne starà quieta quieta e zitta zitta, consapevole che la sua promozione rappresenta uno dei difetti principali del nuovo governo Gentiloni. La seconda ha sempre schivato la luce dei riflettori e continuerà a farlo. Ci si concentra adesso sulla nuova first lady, Emanuela Mauro in Gentiloni, architetto, amante della montagna, una che si tiene lontana dalla vita mondana. Manù sarà più invisibile di Agnese, è la scommessa di chi la conosce. E del resto, se quello Renzi e quello Gentiloni sono governi fotocopia, anche lo stile delle first lady non dovrà mutare molto. E’ un po’ la rivincita delle mogli silenti, custodi dell’armonia familiare, contro l’ostentato e ciarliero dimenarsi delle donne in politica. A fare la differenza sono le prime. Chi l’avrebbe mai detto?