Lotti, il Pd contro gli spifferi in Procura. E il Fatto Quotidiano che li rilancia

23 Dic 2016 14:58 - di Eleonora Guerra
napoli

Dice che «quando il Fatto Quotidiano spara una notizia è meglio verificarla, perché il Fatto Quotidiano rappresenta la post verità». Lamenta che, in ogni caso, «l’ennesima fuga di notizie sarebbe abbastanza grave». Il senatore Pd Stefano Esposito prende atto del fatto che esiste un problema rispetto alla cronaca giudiziaria. E lancia un attacco a testa bassa alle procure “colabrodo” e al giornale di Marco Travaglio. Succede, va da sé, ora che il fenomeno interessa esponenti del Pd: da Luca Lotti a Giuseppe Sala

Esposito contro gli “spifferi” sul caso Lotti

«Sala ha scoperto di essere indagato dai giornali, Lotti scoprirebbe di essere indagato dai giornali. Chissà se anche il generale dei Carabinieri sapeva di essere indagato, se lo è davvero. Per quel che ne so, comunque, Lotti non è indagato. Sarebbe abbastanza grave l’ennesima fuga di notizie», ha detto Esposito ai microfoni di Radio Cusano Campus. «Si può discutere di un eventuale avviso di garanzia su Lotti – ha aggiunto – soltanto sapendo di cosa sarebbe accusato». Poi l’attacco nei confronti di Henry John Woodckock, che Esposito ha definito «nome noto e pm vulcanico». «Non so se è un pm che cerca pubblicità, sicuramente non nasconde la sua voglia di fare il proprio lavoro», ha aggiunto il senatore dem, rivolgendogli una sorta di ultimatum: «Nella giornata di oggi dica se è vero o non è vero se c’è questa indagine. Se fosse stata anticipata dal Fatto Quotidiano sarebbe l’ennesima cosa grave avvenuta in questo segmento». 

Fitto: «Garantisti con amici e giustizialisti con altri?»

Un atteggiamento che porta a interrogarsi, nuovamente, sul doppiopesismo del Pd e, in particolare, della cerchia renziana. Questione che viene posta, sul piano prettamente politico, da Raffaele Fitto. «Noi siamo e restiamo garantisti. E quindi lo siamo anche rispetto al caso Lotti», ha spiegato il leader di Conservatori e riformisti, precisando che «però sorge un dubbio: in ambito renziano, vale una specie di “doppio standard”, di “doppio binario”?». «Non abbiamo dimenticato cosa Renzi e i suoi dissero sulla ministra Cancellieri (non indagata): “Fossi stato segretario del Pd, avrei chiesto le dimissioni della Cancellieri”», ha detto Fitto, ricordando che «non ci furono levate di scudi renziani per difendere Josefa Idem. Anche rispetto a Nunzia De Girolamo, Renzi chiese le dimissioni, evocando proprio il precedente della Idem. E, più recentemente, senza fare una piega, Renzi e i suoi non ostacolarono affatto le dimissioni di Maurizio Lupi (a sua volta non indagato)». Quindi, è stata la domanda di Fitto, «si è garantisti con gli amici e giustizialisti con tutti gli altri?».

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