Ad Aleppo è questione di ore per la resa finale. Il Papa scrive ad Assad

12 Dic 2016 19:49 - di Laura Ferrari

Di fronte al dramma delle centinaia di migliaia di civili siriani di Aleppo est rimasti sotto continui bombardamenti governativi senza acqua, cibo e medicine, Papa Francesco ha lanciato un appello presidente siriano Bashar Assad per «garantire che il diritto umanitario internazionale sia pienamente rispettato per quanto riguarda la protezione dei civili e l’accesso agli aiuti umanitari».

Il nunzio apostolico ricevuto da Assad

I quartieri orientali di quella che era la più popolosa città della Siria sono di fatto caduti in mano alle forze lealiste, sostenute da Russia e Iran. Chi vi rimane descrive la situazione «terribile». E i generali di Damasco affermano che «è ormai questione di ore» per la resa finale. All’ombra di queste notizie, il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, è stato ricevuto da Assad e ha consegnato la lettera scritta da Bergoglio. Nella missiva, il pontefice ha espresso il suo appello di «porre fine alla violenza, e per la risoluzione pacifica delle ostilità», condannando «ogni forma di estremismo e il terrorismo da qualunque parte possano venire».

Truppe di Assad controllano il 96% di Aleppo

Da Mosca affermano che dall’inizio dell’offensiva, il 15 novembre scorso, «oltre 100mila civili» sono stati evacuati da Aleppo est. L’Onu aveva documentato la presenza di 275mila civili ad Aleppo est prima dell’avvio dell’offensiva. L’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) riferisce dell’uccisione, in raid aerei e di artiglieria effettuati da metà novembre, di 415 civili di Aleppo est e di 364 miliziani anti-regime. Altri 130 civili sono stati uccisi, afferma l’Ondus, in bombardamenti di artiglieria degli insorti contro quartieri di Aleppo ovest in mano ai lealisti.

Assad e Mosca accusano gli Stati Uniti di mancato impegno contro l’Isis

Nell’altra guerra siriana, combattuta contro l’Isis, si registra l’avanzata dei jihadisti su Palmira, località strategica perché ricca di giacimenti di gas naturale e nota per il sito archeologico patrimonio dell’Unesco. Le forze governative hanno ammesso di essersi ritirate da Palmira sabato scorso. E militari lealisti, sui profili dei social media, lamentano il mancato sostegno aereo russo. La Russia motiva l’assenza di raid aerei su Palmira per “non colpire i quartieri abitati”. Mosca rilancia invece le accuse agli Usa, colpevoli agli occhi russi di non aver impegnato abbastanza l’Isis sul fronte di Raqqa nel nord.

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