Unioni civili di interesse. Gianni e Piero non si amano ma “sposarsi” conviene

13 Nov 2016 20:01 - di Redazione

Sono solo amici, nulla di più, ma saranno presto una unione civile ufficiale, proprio come stabilisce la legge Cirinnà. Convivono già da anni, ma non sono una coppia omosessuale e ora, per pura convenienza, si uniranno civilmente. La cerimonia, che si terrà il prossimo fine settimana a Schio (in provincia di Vicenza), sarà celebrata da un assessore donna, Anna Donà.

Unioni civili, ora “si sposano” due amici

Loro sono Gianni, 56 anni,  e Piero, 70 anni, e precisano che la loro scelta non ha nulla a che fare  con la loro sfera sessuale. “Non siamo una coppia, conviviamo da molti anni, ci prendiamo cura l’uno dell’altro, ma siamo come fratelli”, hanno spiegato in un’intervista al Giornale di Vicenza. Gianni, vicentino, lavora in campo musicale ed è un affermato batterista, Piero è di origini romane. Non sono gay, non si amano. Ma allora perché si uniranno civilmente… in matrimonio? Perché – lo dicono esplicitamente –  sono convinti che l‘unione civile consentirà loro di accedere a diritti che gli sarebbero negati altrimenti, e di risolvere problemi pratici. “Ci sono situazioni – spiegano i due amici presto “sposi” – in cui non avere un legame riconosciuto crea difficoltà…”.  Sarà un’unione civile unica nel suo genere, possibile per la legge Cirinnà che consente l’unione civile tra due individui semplicemente legati da reciproca assistenza, materiale e morale. «Ci siamo conosciuti in Croazia, in un periodo di ferie – spiega Piero – e tra noi iniziò una normalissima amicizia. Al tempo ero ristoratore ad Avellino e Gianni mi propose di salire a Schio per gestire un agriturismo e accettai perché l’affare sembrava allettante, ma poi saltò perché il titolare tirò troppo sul prezzo. Svanita la trattativa Gianni mi propose ospitalità da lui a Schio e accettai…».

Cirinnà: i matrimoni di comodo sempre esistiti

La notizia è già un caso destinato a sollevare un putiferio di polemiche. Il primo ad arricciare il naso è Aurelio Mancuso, leader storico del movimento omosessuale. “Che due persone eterosessuali dello stesso sesso vogliano fare una unione civile e accedere così  anche alla reversibilità delle pensioni, all’eredità e così via, lo trovo legittimo e legale, ma dal punto di vista morale è una truffa”, ha commentato Mancuso , “sono dei furbacchioni che usano le norme a loro uso e consumo”. Il presidente di Equality si chiede quale sia il motivo per cui Gianni e Piero abbiano pubblicamente sottolineato di non essere gay: “Se lo sono o meno è affar loro. In ogni caso, usano questo strumento solo per avere qualche vantaggio”. Non si fa attendere il commento della madre della legge sulle unioni civili, Monica Cirinnà, che derubrica lo scandalo a un  matrimonio di convenienza. “Anche una donna si può sposare con un uomo che non ama, per convenienza. I matrimoni di comodo si sono sempre fatti. Se stavolta a unirsi sono due uomini che non sono uniti affettivamente ma lo fanno per convenienza, penso che comunque la legge consenta la libertà ai cittadini di farlo. Ripeto – conclude la senatrice dem –  ognuno fa della sua vita quello che gli pare”.

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