Scuole chiuse, crepe nei palazzi e danni all’arte: ora Roma ha paura

30 Ott 2016 19:00 - di Martino Della Costa

La paura. La gente che si precipita in strada. Il sonno domenicale interrotto dalla terra che fa tremare i letti e i cuori della gente. E poi le crepe nella Basilica di San Paolo. I calcinacci che ingombrano la navata della Basilica di San Lorenzo fuori alle mura. Le lesioni sulla cupola capolavoro del Borromini di Sant’Ivo alla Sapienza che, in seguito ai controlli svolti dal personale della Soprintendenza hanno indotto a chiudere la chiesa, uno degli esempi dell’arte barocca. Insomma, crepe, lesioni, calcinacci: per valutare nel dettaglio quale sia stata l’entità dei danni accusati anche nella capitale il sindaco Raggi ha annunciato via Facebook che domani le scuole di Roma resteranno chiuse “in via cautelativa, in modo tale che i tecnici e i responsabili della sicurezza possano andare ad effettuare tutte le verifiche per vedere e valutare se il terremoto ha comportato lesioni o comunque danni gravi”. Il sisma, insomma, in tutto il suo potenziale di terrore, di orrore e di devastazione, si è fatto sentire anche a Roma. Eccome…

Il sisma scuote Roma: ecco perché

E allora, spiegano geologi e sismologi, se va detto, da un lato, che la capitale non sorge su faglie sismiche, e non è quindi ad alto rischio, dall’altro va altresì ricordato che il suo sottosuolo è di tipo alluvionale, un tipo di terreno che amplifica le onde sismiche scatenate dalle scosse provenienti o dal sistema appenninico o dalla zona vulcanica dei Castelli. E infatti, anche oggi il terremoto di magnitudo 6,5 che ha colpito la zona di Norcia è stato avvertito nettamente a Roma, provocando danni alla basilica di San Paolo, crepe in alcuni palazzi e tanto panico tra i romani che numerosi si sono riversati in strada. I terreni morbidi e alluvionali su cui sorge la capitale “tendono ad amplificare le onde sismiche ed è il motivo per cui si risentono molto i terremoti che avvengono nell’Appennino centrale”, ha spiegato chiaramente il sismologo Antonio Piersanti, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Il modo in cui viene risentito un terremoto – aggiunge – dipende molto dalla struttura del territorio”. La possibilità che avvengano danni dipende invece dalle caratteristiche della propagazione delle onde sismiche. “A distanze superiori a 100 chilometri – ha detto ancora l’esperto – le onde sismiche danno oscillazioni lente, che possono essere risentite maggiormente dalle strutture molto grandi. E’ una questione di risonanza”.

Emergenza ininterrotta: lo sciame sismica continua

Del resto, continua lo sciame sismico dopo la forte scossa di stamani alle 7.40, di magnitudo 6.5, con epicentro nel territorio di Norcia (Perugia). In poco meno 12 ore, secondo l’Ingv, si sono verificati oltre 200 eventi sismici. E mentre si conferma il bilancio dei feriti e l’assenza di vittime e dispersi, man mano emergono gli ingenti danni al patrimonio architettonico e artistico: l’ultima segnalazione riguarda appunto l’appena citata cupola della chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza a Roma, capolavoro del Borromini, dove si sono riaperte alcune lesioni preesistenti. Il Capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, e il Commissario per la ricostruzione Vasco Errani hanno partecipato oggi pomeriggio a Rieti a un vertice sull’emergenza-terremoto, per poi recarsi a Norcia, una delle aree più colpite dal forte sisma di stamattina. “Ora il primo problema è dare assistenza e sicurezza alla popolazione che sta vivendo una situazione molto pesante” ha sottolineato Errani, aggiungendo che l’impegno chiaro resta quello di ricostruire tutto per dare prospettiva a questi territori e a queste comunità”. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha assicurato che le forze dell’ordine presidiano il territorio e proteggono le case dei cittadini colpiti dal sisma. “Questa mattina – ha precisato il ministro – abbiamo mandato, nei posti colpiti dal terremoto, 120 unità tra Polizia e Carabinieri, che si sono aggiunte a quelle già presenti in quei territori e, in queste ore, altri 200 militari si stanno aggiungendo ai 220 operativi nelle zone rosse sin dal 24 agosto scorso”. Sul fronte dei soccorsi, Alfano ha spiegato che “abbiamo 1.313 Vigili del Fuoco in campo, dei quali 323 hanno raggiunto proprio in queste ore i luoghi colpiti, e 533 mezzi, di cui 81 inviati oggi. Siamo impegnati per cercare di ripristinare il più possibile la viabilità stradale e per questo abbiamo impegnato 125 pattuglie nelle quattro regioni coinvolte: Marche, Umbria Abruzzo, Lazio”.

 

 

 

 

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