Parla la madre di Corona: «Mio figlio? Una testa matta, non un criminale»

27 Ott 2016 16:12 - di Francesca De Ambra

«Testa matta» sì, «criminale» no. Parola di mamma. Parole, soprattutto, che qualsiasi mamma pronuncerebbe a difesa del proprio figlio, persino se lo vedesse commettere il più atroce ed efferato dei delitti. Figuriamoci se possa quindi astenesi dal dirlo la mamma di Fabrizio Corona che di morti sulla coscienzanon ne ha, sebbene i giudici lo abbiano condannato ad una pena pesantissima per alri reati e nonostante sia tornato al “fresco” per via di 1 milione e 850mila euro nascosti nel controsoffitto di una segretaria. Soldi – ha provato a difendersi Corona nel corso dell’udienza del Riesame – «frutto del mio lavoro e delle mie serate». E ancora: «Non ho mai percepito un euro in modo illecito. L’unica persona a cui chiedo scusa è il magistrato di sorveglianza Giovanna Di Rosa a cui ho mancato di rispetto».

La signora ha assistito all’udienza del Riesame

Una difesa che non poteva non fare breccia in un cuore di mamma: «Io credo a mio figlio. Ha commesso errori molto importanti, si è distrutto la vita, ha distrutto anche in parte la mia vita». Ma, si sa, la speranza è sempre l’ultima a morire. E anche Maria Gabriela Privitera, questo è il nome della madre di Corona, ne coltiva una. «Che possa cambiare un po’ la testa. Ma mio figlio – ha aggiunto – non è un criminale. I criminali sono altri». Una certezza che la fa recriminare anche sull’arresto del figlio: «Da quanto mi dicono gli avvocati questa custodia cautelare è esagerata». La signora ne è ovviamente preoccupata: «Mio figlio – spiega – ha problemi psicologici, li ha molto gravi da tempo, lo dico. Ha bisogno di essere seguito e curato e mi auguro che questo aspetto possa migliorare».

Corona è in carcere dal 10 ottobre

La signora Privitera era presente all’udienza al tribunale del Riesame che dovrà decidere sull’istanza di rimessa in libertà presentata dall’avvocato Ivano Chiesa, difensore di Corona, L’ex fotografo dei vip è recluso nel carcere milanese di San Vittore dal 10 ottobre scorso per intestazione fittizia di beni, mentre era in affidamento in prova. Ma per la mamma cambia poco: «Io lo giustificherò sempre, perché sono sua madre».

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