Lo sciame sismico non è finito: sotto osservazione le faglie silenziose

29 Ott 2016 9:47 - di Ginevra Sorrentino

Una paura che non coinosce sosta, un allarme che non lascia intravedere una tregua: lo sciame sismico non è terminato, avvertono gli esperti, ed è difficile dire per quanto e come evolverà. Sono state circa 100 le scosse di terremoto di magnitudo non inferiore a 2 registrate dalla mezzanotte tra Marche e Umbria. E allora, l’unico dato con cui ci si può confrontare al momento è che continuano le scosse di terremoto nella montagna maceratese: una ventina quelle registrate dai sismografi dell’Ingv dopo la mezzanotte. E una sola certezza si staglia sul profluvio di notizie che arrivano incessantemente dallae zone colpite dal sisma: le migliaia di sfollatihanno trascorso la terza notte fuori dalle loro case, nei palasport, negli alberghi della costa e da ieri anche a bordo di un treno con vagoni cuccetta messi a disposizione dalle Ferrovie dello Stato a Fabriano. A Ussita invece, uno dei centri più colpiti, solo gli anziani sono andati in hotel. Gli altri terremotati hanno preferito i bungalow del campeggio. Fa freddo però, e la corsa della Protezione civile per dare una sistemazione dignitosa a tutti i senza tetto si fa più stringente.

Lo sciame sismico non è finito

Lo sciame sismico non è finito e «non ci sono elementi per dire che siamo in fase recessiva», per questo è importante seguire l’evoluzione della situazione ed è urgente cominciare fin da adesso a mettere in sicurezza gli edifici di tutta Italia, a partire da Lazio, Umbria e Marche. Di più: «Da agosto seguiamo l’evoluzione della situazione nell’Appennino centrale perchè questa è una zona assolutamente a rischio da punto di vista sismico e che negli ultimi anni non ha mai smesso di “parlare”», ha detto chiaramente il presidente della Commissione Grandi Rischi, Sergio Bertolucci. Una rilevazione risuonata con la veemenza di una sentenza implacabile: l’allarme dura ininentorrotto da quel 24 agosto quando il terremoto ha cominciato a martoriare l’Italia centeale nei suoi borghi e nelle sue città. Dunque, al termine della riunione tecnica nella quale i sismologi dell‘Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) hanno presentato i primi modelli finora elaborati, è stato annunciato anche che si è cominciato ad analizzare i modelli presentati dai sismologi riscontrando che, quello che era stato detto in agosto, purtroppo, si è verificato.

Monitorare le faglie silenziose

«La faglia interessa la zona compresa tra il Monte Vettore e il Monte Bove e si è mossa per 15-20 chilometri», ha osservato Bertolucci, aggiungendo che «ad oggi è impossibile dire quando e dove ci sarà terremoto, e per questo è importante tenere sotto osservazione faglie silenziose». «Quello che preoccupava», ha poi concluso il presidente della Commissione Grandi Rischi, «è il fatto che in passato quelle faglie avevano dato origine a forti terremoti, come era accaduto nel 1703, ripetuti più volte nel giro di un mese». E allora, il lavoro di «sorveglianza è più che mai importante perchè», ha rilevato Bertolucci, «ad oggi è impossibile dire quando e dove ci sarà un terremoto». Ed è per questo che, oltre che sul fronte scientifico, per Bertolucci è importante procedere con la messa in sicurezza degli edifici: «La Commissione Grandi Rischi ha una funzione di stimolo verso le istituzioni – ha rilevato – ed è nostro dovere dire che bisogna lavorare per per mettere gli edifici di tutta l’Italia in sicurezza. Sappiamo che questo richiede 120-130 miliardi, ma bisogna pur cominciare».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *