Grillo irride il sindaco di Parma: “Ciao Pizza, goditi i 15 minuti di gloria”
«Pizzarotti è uscito da M5s. Sono contento e specialmente per lui. Spero che si goda i suoi 15 minuti di celebrità. E terminati quelli, spero renda pubblici il prima possibile i documenti che gli sono stati richiesti il sei giugno e che non ha ancora fornito». Così Beppe Grillo sul suo blog in un post dal titolo “Arrivederci Pizza, ciao“. Il titolo del post, che arriva dopo l’annuncio dell’addio di Federico Pizzarotti al M5S, fa chiaro riferimento alla celebre canzone di Caterina Caselli “Insieme a te non ci sto piu'”, che nel ritornello recita “Arrivederci amore ciao”. Nel post, inoltre Grillo fa riferimento alla richiesta inoltrata nel giugno scorso dallo staff del Movimento della copia dell’iscrizione nel registro degli indagati (per abuso di ufficio) di Pizzarotti. Copia che, secondo il Movimento, il sindaco di Parma – nel frattempo assolto – non ha mai inviato.
Pizzarotti, il primo sindaco di Grillo
Federico Pizzarotti è diventato sindaco di Parma il 21 maggio 2012, quando, battendo al ballottaggio il candidato del Pd, in una città piegata da un clamoroso dissesto di bilancio fu non solo il primo sindaco di una città capoluogo, ma anche uno dei primi uomini immagine del Movimento 5 Stelle, in un’epoca nella quale non era ancora entrato in parlamento. I rapporti con Grillo e il M5S, tuttavia, cominciarono ad incrinarsi presto, a cominciare dalla vicenda inceneritore. Spegnerlo, come promesso in campagna elettorale, si rivelò più complesso del previsto, complici anche una serie di vincoli legali con relative penali. Per Pizzarotti cominciarono ad arrivare durissimi affondi sul blog, ma anche da Casaleggio (“Se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore o lo chiudo o vado a casa”, disse). Sempre più spesso il sindaco di Parma cominciò a ribadire la sua lealtà al Movimento e il suo diritto di critica con la richiesta di democrazia interna. I punti di divisione fra Pizzarotti e il Movimento 5 Stelle non si sono però limitati alla gestione e alla democrazia: i vertici non gli hanno mai perdonato un atteggiamento considerato troppo dialogante con le altre istituzioni, che il sindaco ha, però, sempre rivendicato giustificandolo con l’interesse prioritario della sua città. La rottura definitiva di un rapporto che si è lentamente logorato avvenne a maggio, quando Pizzarotti fu indagato per abuso di ufficio nell’ambito di un’inchiesta sulle nomine al teatro Regio. Immediata arrivò la sospensione dal movimento, che non è stata tramutata in un’espulsione, ma che però non è stata ritirata alcune settimane fa quando la sua posizione è stata archiviata dalla magistratura.